venerdì 17 gennaio 2014

APRIRE IL CUORE - Lama Yesce - La Via del Tantra - Chiara Luce Edizioni

"Finora abbiamo descritto il sentiero spirituale nei termini del nostro conseguimento personale. Quando comprenderemo che il nostro abituale rapporto con gli oggetti del desiderio ci ha intrappolati in un cerchio di perenne insoddisfazione, diventeremo sempre più motivati a scoprire e ad attivare un livello più profondo del nostro essere. Lo scopo è quello di sperimentare una pace e una felicità che siano stabili e sicure, non influenzabili dalle mutevoli circostanze della vita e del trascorrere del tempo. Ma anche questa più elevata aspirazione di ottenere la liberazione dal ciclo frustrante del desiderio e dell'insoddisfazione è incompleta. Perché? Perché questa aspirazione si rivolge unicamente al proprio benessere personale.
Forse prima i nostri desideri si rivolgevano al possesso di oggetti sensoriali, mentre ora - grazie allo sviluppo di un certo tipo di rinuncia - sono indirizzati verso la realizzazione del nostro potenziale più profondo. Ma l'accento rimane lo stesso: "Io voglio questo, io non voglio quello".
Ma questo limitato interesse per la felicità e la liberazione personale ci impedisce di realizzare le grandi potenzialità che caratterizzano la mente e il cuore degli esseri umani. Una tale egoistica preoccupazione per se stessi tiene conto del benessere di un solo essere - me stesso - contro quello di innumerevoli altri esseri che dividono con noi i problemi dell'esistenza. Una visione così limitata provoca inevitabilmente la chiusura del proprio cuore; allora anche se non lo affermiamo consciamente, è come se dicessimo: "Sono la persona più importante del mondo. I problemi degli altri non mi riguardano; solo la mia felicità ha valore."


Oggi ho voluto introdurre un tema importante: quello dell'egoismo. Nel clima di instabilità e grande confusione che ci circonda, l'istinto di sopravvivenza sembra dominare le azioni di molti: mi sento in pericolo e, quindi, penso al mio benessere. Questa attitudine ci porta inevitabilmente ad identificare gli altri come un ostacolo al raggiungimento della nostra "felicità". 
Faccio un esempio pratico per offrire maggiore chiarezza: il posto di lavoro è oggi un bene prezioso. La crisi ha comportato in moltissime aziende la riduzione del personale: inevitabilmente, l'attitudine tra colleghi è cambiata ... si è fatta carica di tensione e diffidenza. Il cuore ha chiuso le porte e la mente ha eretto barriere imperscrutabili. 
"Io sono la persona più importante del mondo. Non mi importa nulla di quanto potrà accadere agli altri, l'importante è che mi salvi IO."
Purtroppo, si tratta di una reazione naturale, scatenata dalla paura. Ma se lasciamo la paura dominare le nostre azioni, dove potrà condurci tutta questa instabilità? Avete mai analizzato la dinamica umana che ha scatenato le guerre in passato? 
Sono convinta che la consapevolezza sia un faro nell'oscurità generata dalla confusione e il cuore la porta d'accesso ad una nuova prospettiva: quella della condivisione. Chi è in cammino lo sa e sua è la responsabilità di trasformare questa attitudine egoistica in apertura di cuore.

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