domenica 30 marzo 2014

IDENTIFICARE IL NEMICO INTERIORE

Oggi vi propongo un estratto dal libro "La Via del Tantra" di Lama Yesce (Chiara Luce Edizioni):

"Finché l'attaccamento all'io continuerà a proiettare la propria concreta e limitata visione della realtà, nella nostra mente non ci sarà spazio per sperimentare la genuina visione della totalità che tutti noi intimamente desideriamo. Perciò, per andare oltre le proiezioni e i falsi concetti, prima di tutto è necessario eliminare tutte le idee sbagliate che abbiamo su noi stessi.
.....
Questo è un punto che vale la pena di sottolineare: uno dei motivi più importanti per cui continuiamo a sperimentare le varie sofferenze dell'esistenza ciclica, cacciandoci ripetutamente in situazioni frustranti, una dopo l'altra, è l'incapacità di riconoscere da dove scaturiscono i problemi. Anche quando eliminiamo l'abituale errore di pensare che le difficoltà siano causate dall'esterno, spesso non riusciamo ancora a identificare correttamente il nemico interiore. Possiamo erroneamente concludere, per esempio, che la causa dell'insoddisfazione e della frustrazione sia il nostro persistere in un particolare atteggiamento intellettuale e che tutto quello che dobbiamo fare per cambiare la situazione sia adottare un approccio filosofico più elevato e più rispettabile. Ma un metodo così superficiale non scalfirà mai la radice delle nostre difficoltà.
....
Anche se un simile cambiamento può soddisfare le nostre voglie intellettuali, non risolve il fondamentale e organico problema dell'ego. Infatti, pur sentendoci orgogliosi del nostro nuovo livello di comprensione intellettuale, tutto quello che abbiamo fatto è stato passare da un tipo di superstizione ad un altro. Invece di indebolire il nostro attaccamento all'ego, gli abbiamo semplicemente fornito qualcos'altro a cui attaccarsi."


Nel brano di Lama Yesce è racchiusa una grande verità. 

Utilizzerò un esempio pratico per rendere meglio l'idea. 

"Sono in coda a fare la spesa. Una persona con poche cose, facendo finta di niente, si infila prima di me. Immediatamente mi salirà la rabbia. La mia mente mi soffocherà di pensieri: "Ma chi si crede di essere questo? Non sa chi sono io? Si crede per caso migliore di me? Devo farmi rispettare! Ho diritto al mio spazio personale e questo spazio era mio!" ... finché la rabbia salirà in gola e sfocerà in una marea di insulti verso colui che ha osato tanto. Poi mi ascolterò e mi sentirò bene. Non ho trattenuto la rabbia, l'ho lasciata andare. Il mio corpo è sereno e rilassato. Ho ristabilito i ranghi e recuperato la mia posizione. La mia mente mi coccolerà con il seguente pensiero: "Brava, ti sei fatta rispettare, tu sì che sai dare importanza ai veri valori della vita. Il rispetto per sè stessi innanzi a tutto!" ed io mi crogiolerò nel mio ego. Due urli e via, problema risolto."

Cambiamo prospettiva:

La situazione che mi sono trovata a vivere mi ha messo di fronte alla mia insicurezza, al mio senso di impotenza e per questa ragione mi ha fatto vivere molto male un'azione banale come un turno in coda non rispettato. La mia mente ha preso il sopravvento, travolgendomi con un turbinio di emozioni, prima tra tutte la rabbia. L'insicurezza è qualcosa che mi appartiene e che non voglio vedere, per cui trovo una giustificazione "nobile" al mio scatto d'ira: il rispetto verso me stessa. Nel ridimensionamento dell'altro mi sento forte e la mia percezione di impotenza può tornare a sonnecchiare beata. Due urli e ho ristabilito chi sono. 
Ego 4 - Consapevolezza 0

Nessun commento:

Posta un commento