domenica 11 maggio 2014

RALLENTARE ...

Oggi mi sono svegliata con un'immagine e, considerando che nulla capita mai per caso,  cercherò di comprenderla scrivendo con consapevolezza.

Un flusso ininterrotto di autoveicoli in corsa ... la foto tante volte vista di un autostrada ad alto scorrimento. Una macchina in corsia di sorpasso decide di rallentare e inserirsi nelle corsie di decelerazione: il traffico è intenso e anche questa semplice operazione richiede tempo e pazienza. 

SOGGETTIVITA':

a) Macchine in corsa (riferite al mezzo in rallentamento): "Dove vuole andare questo? Rischia di creare un incidente! Ma non si è reso conto del traffico? Proprio ora ha deciso di rallentare? Fa solo perdere a tutti del tempo prezioso!" Emozione scatenata: RABBIA.

b) Macchina in rallentamento: "Possibile che non sia possibile rallentare? Io ho bisogno di uscire al primo svincolo! Dove vanno questi invasati così di corsa? E lasciatemi passare!!! Non avete visto la freccia?" Emozione scatenata: RABBIA.

OGGETTIVITA':

a) Macchine in corsa (riferite al mezzo in rallentamento): "Questa macchina vuole inserirsi nelle corsie di decelerazione ... ha bisogno di fermarsi. Se rallento un poco e lo lascio passare evito un incidente. E' questione di pochi minuti."

b) Macchina in rallentamento: "Metto la freccia e spero che qualcuno mi lasci passare: in un attimo sono fuori dalla corsia di sorpasso e posso rallentare ed uscire."

CONSAPEVOLEZZA:

Osserviamo la fotografia, identificando noi stessi nei mezzi coinvolti: possiamo sfrecciare veloci in corsia di sorpasso o essere l'auto che desidera rallentare.

a) Uomo in corsa: correre è diventata ormai una scelta di vita. Il tempo è vissuto come un bene prezioso a cui non è possibile rinunciare senza la sensazione della perdita di qualcosa di estremamente importante. La corsa è la priorità, in modo così estremo da perdere di vista i motivi della stessa. Si corre perché non se ne può più fare a meno. La meta in fondo non ha importanza: raggiunto un obbiettivo, nasce immediatamente una nuova aspettativa da soddisfare e si continua a correre.
Un uomo in rallentamento è destabilizzante. Difficile comprenderne la scelta quando si è così coinvolti nella corsa; ecco nascere la rabbia: la mente la proietta all'esterno, giustificandola con la perdita di tempo indotta dall'altro e dalla sua scelta di comportarsi diversamente (non seguendo il flusso).
In realtà la rabbia è verso se stessi e la propria incapacità a rallentare: esiste una percezione inconscia che qualcosa non torna, ma la paura a intraprendere una scelta contro corrente e a dover fronteggiare un cambio di carreggiata impostando la vita in modo differente, spaventa moltissimo. Meglio non pensarci. E manifestare la rabbia inveendo contro l'altro, nell'illusione di averla lasciata andare.

b) Uomo in rallentamento: ho corso, fin troppo. Sono stanco. Non ce la faccio più, devo cambiare qualcosa. Com'è difficile però rallentare in un mondo in corsa sfrenata. Quanti ostacoli. Quanta incomprensione. Devo mantenermi saldo nella mia decisione, se voglio farcela. Mi sento solo. Mi sento diverso. Ho paura. Nessuno rallenta, ma se mi ascolto, non posso fare a meno di realizzare quanto questa corsa sfrenata mi stia costando in termini di benessere psico-fisico. E poi questa domanda martellante che non mi dà pace: "Perché correre tanto?". Non riesco a trovare una risposta soddisfacente. Devo fermarmi, per il mio bene. Così facendo perderò tempo? Forse. E' un rischio che devo essere disposto a correre. Quanti dubbi. Quanta paura. La stanchezza che provo è tanta e se continuo a correre finirò per avere un incidente (il mio corpo si ammalerà) e dovrò fermarmi per forza, ma forse non sarò nelle condizioni ottimali per comprendere. Starò male e sarò condizionato dal dolore. Gli altri non capiscono questa mia necessità. Non si ascoltano. Si arrabbiano con me  per la mia scelta. Com'è faticoso rallentare. Sento nel cuore che devo farlo. Con pazienza ci proverò.





2 commenti:

  1. Mi piace sia l'interpretazione, che lo spunto di riflessione che segue la comprensione consapevole del sogno. Molto aderente alla condizione di molte persone. Mi permetto di scrivere "interpretazione", e spero che questo non ti offenda, Donatella. Orma, sai quanto ti stimo :-)

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  2. Caro Nick, è un'interpretazione! Il sogno mi ha offerto lo spunto per una riflessione sul ritmo della vita ;-)

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