venerdì 20 giugno 2014

IN VACANZA CON JUNG

Mi trovo a Creta e ho scelto di dedicare la mia settimana alla lettura del Libro Rosso di Jung.
Inutile dire che sin dalle prime parole mi è sembrato di tornare a casa.
Pensieri, riflessioni, dubbi ... ogni riga mi riporta prepotentemente ad un vissuto che conosco fin troppo bene.
Quanti ricordi, quante esperienze e quante perplessità all'inizio del solitario percorso verso la consapevolezza! 
Ne riporto un estratto che mi è piaciuto moltissimo:

"Lo spirito di questo tempo in me voleva forse riconoscere la grandezza e l'ampiezza del senso superiore, ma non la sua piccolezza. Lo spirito del profondo vinse però questa superbia e io dovetti trangugiare quel che è piccolo come farmaco d'immortalità. Mi bruciò le viscere, perché era senza gloria, privo di eroismi. Era persino ridicolo e ripugnante. Ma le tenaglie dello spirito del profondo mi tennero stretto e dovetti bere la più amara delle pozioni.
.....
Facevo resistenza ad accettare che gli aspetti della vita quotidiana rientrassero nell'immagine della divinità."

Il percorso dell'accettazione dei propri limiti e delle proprie debolezze é l'amaro calice che riporta l'uomo a riconoscere con grande umiltà la divinità nella sua stessa finitezza umana.





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