sabato 28 giugno 2014

LA RICERCA DELL'ANIMA E IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI

Estratto da "Il Libro Rosso" di Jung:

"Sono stanco anima mia, troppo a lungo è durato il mio vagare, il cercarmi al di fuori di me. Sono passato dalle cose e ti ho trovata dietro a cose di ogni sorta. Ma nella mia peregrinazione attraverso le cose ho scoperto l'umanità e il mondo. Ho trovato gli esseri umani. E te, anima mia, ho ritrovato, anzitutto nell'immagine che è presente nell'uomo, e poi ho trovato proprio te.
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Chi sei tu, piccola? In veste di bambina, di ragazza, i miei sogni ti hanno dipinta, non conosco per nulla il tuo mistero.
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Come mi sembra strano chiamarti bambina, tu che reggi nelle tue mani cose infinite. Percorrevo la strada del giorno e tu camminavi invisibile al mio fianco, mettendo insieme tutti i pezzi e facendomi scorgere in ogni frammento l'intero.
Hai tolto quando io pensavo di trattenere, e mi hai dato quando non mi attendevo nulla. E continuamente, da lati sempre nuovi e inattesi, facevi nascere eventi decisivi per il mio destino. Là dove seminavo, tu mi rubavi il raccolto, e dove non seminavo, mi donavi frutti a profusione. E in continuazione perdevo il sentiero, per poi ritrovarlo lì dove non me lo sarei mai aspettato. Tu mantenevi viva la mia fede, quando ero solo e prossimo alla disperazione. In ogni momento cruciale mi hai donato fiducia in me stesso."



Il primo capitolo del libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" (Edizioni Mediterranee) racconta la mia storia ed in particolare un evento che mi ha scombussolato la vita al punto da indurmi a lasciar fluire agli eventi, cambiando totalmente prospettiva alle cose. Sono stati necessari diversi mesi di meditazione perché trovassi la forza interiore e il coraggio di affidarmi. Non è stato facile abbandonare l'approccio manageriale che ha caratterizzato la mia esistenza per più di 20 anni, il lavoro per obiettivi, la programmazione, le aspettative, le sicurezze materiali ... e saltare nel vuoto. Sì perché quella era proprio la mia percezione. Un salto nel vuoto. Non conoscevo nulla di quello che sarebbe accaduto dopo aver scelto di compiere il primo passo seguendo il cuore, accantonando la razionalità. La mia mente combatté ferocemente per trattenermi e le insicurezze, le debolezze e le paure emersero una dopo l'altra con veemente dirompenza.
E osservandole  imparai ad accoglierle (non sapevo di averne catalogate così tante).
Proprio grazie a questo processo di accettazione ho riscoperto dentro di me una grande forza: la fiducia in me stessa.
Quando si pensa alle proprie debolezze si tende a rifiutarle o a rimuoverle convinti di essere in tal modo protetti dal giudizio degli altri. La vera scoperta è stata il rendersi conto che non è affatto così. Questo comportamento ci rende molto più vulnerabili in quanto non le rende meno nostre, ma ci lascia in balia delle situazioni che risuonando con esse ci creano dolore e sofferenza.
Solo l'accettazione di noi stessi ci dona la sicurezza dell'essere e ci libera dall'apparire.

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