sabato 7 giugno 2014

LO STADIO DELLO SVILUPPO E LO STADIO DEL PERFEZIONAMENTO

Estratto da "Dipinti di arcobaleno" di Tulku Urgyen Rinpoche:

" I maestri del passato dicevano: "Quando qualcuno sostiene lo stadio dello sviluppo e qualcun altro lo stadio del perfezionamento, sviluppo e perfezionamento entrano in conflitto. Questo detto è vero. Se osserviamo da vicino l'atteggiamento delle persone, vedremo che alcuni dicono: "Lo stadio dello sviluppo ha veramente un senso perché c'é qualcosa da fare e da raggiungere. Si possono pensare varie cose, essere coinvolti, applicare metodi, trasformarsi e ottenere un risultato.  Fare concretamente certe pratiche ha un significato, ma nello stadio del perfezionamento non c'è nulla da fare, è primordialmente vuoto, sembra inutile dedicargli tempo". Altri dicono: "Stare seduti e immaginare varie cose durante lo stadio dello sviluppo significa falsificare, è come ingannare se stessi costruendo inutili messe in scena. Lo stato originale, spontaneamente presente dello stadio del perfezionamento è il vero obiettivo."
Ambedue le posizioni mostrano una mancanza di comprensione della vera natura del nostro stato fondamentale. Gli stadi dello sviluppo e del perfezionamento costituiscono già un'unità: saperlo significa conoscere la verità di ciò che é . Solo il nostro modo di pensare concettuale ci impedisce di riconoscere lo stato originale, costituito dall'indissolubilità di esperienza e vacuità, di chiarezza e vacuità. Costruiamo concetti fondati su un'artificiale divisione in soggetto e oggetto, manifestazione e vacuità."



Non è possibile separare la fisicità dall'essenza spirituale: entrambe fanno parte di noi. L'integrazione di materia e spirito rappresenta l'unità di manifestazione e vacuità. Per giungere a questo punto è necessario intraprendere un percorso di sviluppo del sè, basato sull'esperienza, che doni comprensione e apra le porte alla manifestazione della nostra vera natura.  E' necessario affrontare gli schemi dualistici (che appartengono alla materia e che alimentano l'idea di separazione) attraverso le pratiche dello sviluppo che ci aiutano a purificarli. Quando lo stato della consapevolezza non trova ostacoli determinati dalla visione duale della mente, la vacuità può manifestarsi: diveniamo come uno specchio limpido che riflette ogni cosa con distacco ed oggettività. Il nostro corpo diviene quindi il tempio del nostro cuore. Lo stato di presenza è la libera espressione del cuore in manifestazione.

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