mercoledì 29 ottobre 2014

EN TO PAN - NELL'UNO IL TUTTO

Un giorno nacque una gocciolina d'acqua trasparente. 
Vide la Luce in una famiglia di goccioline colorate 
e mosse  i suoi primi passi nel variegato mondo dei colori 
con grande insicurezza. 
Osservava con grande attenzione le altre tonalità cromatiche 
e cercava, 
allo stesso tempo, 
di comprendere chi fosse. 
Tutto sembrava così drammaticamente complicato.

Quando si rapportava alle altre goccioline,
la sua trasparenza non poteva che specchiarne i colori,
leggervi i pensieri e le emozioni. 
Non esistevano segreti nel suo mondo e questo dono,
a volte, si trasformava in condanna:
 le rendeva difficile trovare una propria dimensione, 
scatenando una profonda sensazione di non appartenenza. 
Crebbe,
 cercando di rimandare la sfumatura dei colori che la circondavano 
per essere vista, accettata, accolta: 
ma in quei colori non si ritrovava
e questa attitudine appesantiva la sua esistenza.
Una spinta interiore molto forte,
quasi dolorosa,
la portava a ricercare un significato più ampio, 
ad unire tutti quei colori in un grande arcobaleno di Luce, 
come quando viaggiava in altre dimensioni e si sentiva a Casa. 
Sfinita, 
smise di cercare le risposte al di fuori di sé 
e rivolse l’attenzione alla sua trasparenza. 
Fu un viaggio meraviglioso: 
illuminò la sua insicurezza
e la trasformò in rispetto.
 L’accettazione della propria natura
sbocciò dall’interno 
sciogliendo le sue paure
e accogliendone le debolezze. 
Il cambiamento fu evidente: 
la trasparenza non si tingeva più di altri colori, 
ma aveva acquisito una luminosità propria, 
in grado di mettere in risalto la bellezza e l’unicità di ogni sfumatura. 
Fu proprio a quel punto che
la gocciolina trasparente
capì finalmente la sua missione
e scelse di portare la Luce di Casa tra i colori.






martedì 28 ottobre 2014

ESSERE UN CANALE DELLA LUCE

Oggi posto un estratto del Maestro Omraam Mikhael Aivanhov: condivido profondamente questo pensiero, sia per esperienza personale che per osservazione consapevole. 

« Esistono persone dotate di facoltà medianiche: captano nell'invisibile delle correnti di forze, delle immagini, dei messaggi. Molti invidiano loro questo dono, senza sospettare tutti i rischi che ciò comporta se queste persone si accontentano di trasmettere messaggi senza porsi domande sull'origine e la natura di ciò che hanno captato. Quelle comunicazioni sono veritiere? Provengono veramente dal mondo della luce? Ecco alcune domande da porsi.
Se qualcuno possiede facoltà medianiche – e ciascuno, più o meno, ne possiede alcune che può sviluppare – deve fare un vero lavoro tramite il pensiero, un lavoro di chiarificazione e di purificazione. È a questa condizione che tali facoltà, cosiddette “extra-sensoriali”, saranno utili per lui stesso e per gli altri. Fino ad allora egli non sarà nient'altro che una specie di canale, di condotto che lascia passare indifferentemente acqua pulita o acqua sporca. Ma il giorno in cui diverrà un medium cosciente, egli sarà come il ramo di un albero che sa trasformare la linfa che riceve per far apparire foglie, fiori e frutti. » OMRAAM MIKHAEL AIVANHOV

Fin da piccola mi sono trovata a fare i conti con la medianità e non è stato semplice imparare a gestirla e conviverci. Allo stesso tempo ho sempre percepito una spinta interiore molto forte al lavoro su me stessa. Ho trasmesso messaggi rarissime volte perché c'era qualcosa che mi tratteneva dal farlo: inoltre, quasi nessuno era a conoscenza di questa mia potenzialità e questo mi permetteva di seguire quello che sentivo nel cuore. Dopo un lungo e doloroso percorso di consapevolezza, i Maestri di Luce, che negli anni mi avevano seguito nella crescita, mi chiesero di essere uno strumento al Loro servizio per trasmettere gli insegnamenti relativi al percorso consapevole che avevo sperimentato.
Accettai con grande gioia e nacquero il libro: "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI guardare alle cose cambiando prospettiva" e l'Associazione Culturale "CENTRO PER LO SVILUPPO EVOLUTIVO DELL'UOMO" in cui attraverso seminari di meditazione metto a disposizione quello che ho imparato (tutta la parte pratica di esercizi del libro è stata tratta dai seminari e dal lavoro in gruppo svolto in Associazione). Oggi molti sanno che sono un canale e spesso mi viene chiesto di portare un messaggio o di prevedere lo sviluppo di situazioni individuali: la mia originaria percezione a non farlo si è mantenuta inalterata negli anni, ma ora sono divenuta consapevole della ragione che la motiva: il rispetto. Rispetto per la persona e per la sua libertà di scelta. Molti mi rispondono che non si lascerebbero condizionare, ma so nel cuore che non è affatto così e alla fine i messaggi determinerebbero il presente sulla base inconscia di false aspettative (in quanto non derivate dalla propria interiorità). In fondo, la libertà è il nostro dono più grande e rinunciare al proprio potere di scelta, delegandolo ad altri, è sempre molto pericoloso (chi meglio di me stesso può sapere cosa mi fa stare bene?).
Vi chiederete allora a cosa servono i messaggi che condivido: chi ha letto il libro, credo l'abbia intuito. Il loro intento è offrire degli spunti di riflessione per facilitare un ascolto consapevole e stimolare un lavoro di approfondimento della conoscenza di sé. 
Con la crescita della consapevolezza, la manifestazione di quella libertà, che determina le scelte individuali, sarà sempre più in armonia con il cuore e quindi, naturale e spontanea: avrà il suo punto di riferimento all'interno di noi stessi.




lunedì 27 ottobre 2014

IL COMPLEANNO

Oggi è il mio compleanno e "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" inizia proprio con la mia data di nascita.
Fin da quando ero piccola questo giorno è sempre stato una valle interminabile di lacrime. Mi ritrovavo regolarmente a fare il bilancio dell'anno passato e a realizzare che, nonostante le mie mille ricerche, non avevo compreso il profondo significato della mia vita e tutto mi sembrava vuoto e privo di senso; l'unica cosa che sentivo di fare era aprire le porte ad un'infinita tristezza e lasciarla fluire fino allo sfinimento.
Il compleanno del 2008, non a caso, segnò una svolta importante nella mia vita perché oltre al dramma interiore si aggiunse la realtà esteriore a dar man forte al disagio. E in fondo al pozzo del mio dolore decisi di ribaltare la mia vita e perseguire quella Luce che intravedevo alla sommità dello stesso. La ricerca spirituale doveva essere il mio percorso: in fondo il cercare di conformarmi non aveva che acuito il mio malessere. Tanti piccoli passi erano già stati fatti, ma non mi sentii veramente pronta a svoltare fino a quel momento. E feci, come mi piace definirlo, il salto nel vuoto.
Non fu facile cambiare me stessa: i miei schemi mentali, le mie abitudini, la mia tendenza a programmare e controllare,   non fu semplice sviscerare le mie paure e l'osservare le mie debolezze, accoglierle senza sentirmi "sbagliata".
Furono anni faticosi, ma pieni della Luce che avevo permesso riempirmi il cuore. Quella Luce che da sempre percepivo e seguivo in un percorso solitario in altre dimensioni.
Furono anni di esperienze sempre più consapevoli, di legnate epocali e di gioie infinite.
Furono anni di preparazione, di esercizi, di compiti a casa ... di scuola. 
Per arrivare ad oggi. Una data importante: 50 anni. Mi piace pensare a questo giorno come il primo della seconda parte della mia vita, una vera e propria rinascita.
Il mio cuore ora trabocca di quella Luce che mi ha preso per mano e accompagnato con pazienza e dedizione nel percorso verso la consapevolezza. Sento l'amore dentro e fuori di me: è una percezione di una bellezza indescrivibile.
Ho ricevuto tanto dalla vita e ora il donare non ne è che il naturale completamento. Ho compreso finalmente il significato del mio essere qui e mi sento realizzata, totale nella mia accettazione. Il mio cuore è un vulcano di idee che la testa non vede l'ora di concretizzare, passo dopo passo. Ogni giorno è un dono meraviglioso da accogliere a braccia aperte. E la cosa più incredibile è che donando si riceve così tanto che a volte il cuore sembra raggiungere l'infinita bellezza di quella Luce che mi piace chiamare Casa.
Grazie di cuore a tutti per gli auguri, sono veramente tanti. 
Grazie per aver scelto di condividere una parte del vostro percorso di vita con me. 
Grazie per esserci: dono a tutti un immenso abbraccio di Luce perché oggi è proprio uno di quei giorni in cui il mio cuore si sente a Casa.







giovedì 23 ottobre 2014

CAMMINARE NELLA VITA

Un passo dopo l'altro
con grande tranquillità
assaporandone la dolcezza
accogliendone la fatica.

Un passo dopo l'altro
per conoscersi
accettarsi
amarsi.

Un passo dopo l'altro
per tornare a riscoprire
le proprie radici.

Un passo dopo l'altro 
per manifestare 
la propria bellezza interiore.

Un passo dopo l'altro ...
e si torna a casa.





mercoledì 22 ottobre 2014

IL VENTO

Il vento soffia 
Il cielo è libero da nuvole
Il Sole illumina la vita.

Il vento non si preoccupa per le nuvole
è uno strumento della Luce





martedì 21 ottobre 2014

ALZI LE MANI CHI NON HA LE SPALLE CONTRATTE

Oggi introduco un interessante estratto di "Amore, sesso e cuore" di Alexander Lowen:

"Ogni stato di tensione del corpo si associa a un senso di colpa. In mancanza del senso di colpa, ci sentiremmo tutti degni d'amore, anche quando il nostro comportamento potrebbe essere disapprovato; saremmo capaci di dire: "Sono come sono, e mi accetto".  Il senso di colpa consiste nel giudicare che qualcosa in noi non va e nel sentirsi indegni di amore, a meno di guadagnarselo con le buone azioni. Non c'è niente di male nel provare risentimento verso coloro che ci feriscono o nell'odiare chi ha tradito il nostro amore. Dal momento che tali reazioni sono biologicamente naturali, devono essere considerate moralmente giuste. Però i bambini, che sono dipendenti dai genitori e dagli adulti, possono essere indotti a credere il contrario. Se un bambino non si sente amato, ritiene che sia per colpa sua, dal momento che per la sua mente è inconcepibile che la madre o il padre, che gli hanno dato la vita, possano non amarlo. Una volta che il bambino nutre dei dubbi su se stesso, per i genitori non è difficile convincerlo che, se prova sentimenti ostili o negativi verso di loro, è cattivo. Se essere buono gli fa guadagnare l'amore, il bambino farà tutto quanto in suo potere per essere buono, reprimendo i cattivi sentimenti. Quindi, il senso di colpa lo imprigionerà in un modello di comportamento costante, in cui egli nega i sentimenti negativi o ostili verso coloro che è tenuto ad amare. L'inconsapevole allontanamento di tali sentimenti produce uno stato di tensione cronica nei muscoli, specialmente nella parte superiore della schiena."




lunedì 20 ottobre 2014

LA MANIPOLAZIONE

Oggi ho scelto un argomento faticoso. 
Un argomento che mi sta particolarmente a cuore, perché nega un valore a cui sono profondamente legata: il rispetto. Che sia rispetto per se stessi, per l'altro, per il dolore, per un animale, per la natura. Rispetto che ritengo alla base della dignità umana. 
Rispetto che, purtroppo, si è perso per strada nel soddisfacimento di un ego individuale sempre più esigente: i miei bisogni, le mie priorità, le mie proprietà, le mie paure, le mie debolezze ... al centro dell'universo manifestato solo IO. La mente prende il comando, congela il cuore e detta legge: il fine giustifica i mezzi. Le mie esigenze non conoscono ostacoli né limiti. Se IO ho bisogno, gli altri sono tenuti a correre indipendentemente da quello che stanno facendo o vivendo. Questo IO debordante non mi permette di vedere altro che me stesso ed i miei imprescindibili bisogni. E sono disposto a tutto per soddisfarli. La mente, fedele alleata, mi mostrerà la via della manipolazione, mi insegnerà a far leva sulle debolezze, sui sensi di colpa, sulla paura, sul dolore  degli altri per ottenere quello che voglio. 
Quando si incontrano persone di questo tipo difficilmente si riuscirà ad instaurare un dialogo costruttivo: sentiranno solo quello che ritengono servire ai loro scopi e cercheranno di usarti fintanto che ti riterranno utile. Vi sarà un enorme flusso di energia unidirezionale: partirà da chi cercherà di mostrarsi disponibile e scomparirà alla velocità della luce nel pozzo senza fine di un ego insoddisfatto, non apportando alcuna modifica alla situazione, ma creando, in chi si illude di poter cambiare  l'altro, una buona dose di frustrazione e sofferenza.
Qual è il meccanismo che ci porta a salvare l'altro dal suo baratro? Una non accettazione di noi stessi, dei nostri limiti e della nostra ombra. L'eroico tentativo sottende spesso una disperata ricerca di trascendere un'umanità fatta di paure, debolezze e sensi di colpa che appartengono a ciascuno di noi, ma che fatichiamo ad accogliere come parte di noi. Ed ecco che nella salvezza dell'altro ci adoperiamo per la nostra stessa salvezza con tutte le nostre energie, per realizzare alla distanza l'illusione  che ci aveva abbagliato e manipolato. 
Devo ammettere di esserci finita dentro parecchie volte prima di imparare la dinamica della manipolazione e solo con la totale accettazione di me stessa e dei miei limiti ho acquisito la chiarezza necessaria a svelare l'illusione quando me la trovo davanti. Una volta avrei investito tempo ed energie nell'opera di salvezza: oggi ho compreso che il percorso è strettamente personale e il cambiamento deve nascere dall'interiorità individuale per potersi manifestare.  
E' tutta questione di rispetto. 
Rispetto per la libertà individuale.
Rispetto per se stessi.
Solo quando si impara questa importante lezione a proprie spese, si impara a rispettare la realtà che ci circonda.




venerdì 17 ottobre 2014

CONFLITTO ESTERNO SPECCHIA CONFLITTO INTERNO

Ci avete mai pensato?
Spesso focalizziamo la nostra attenzione all'esterno, soprattutto quando ci troviamo a vivere situazioni dolorose e conflittuali.
Entriamo in una percezione soggettiva dalla quale con grande difficoltà riusciamo ad emergere. 
La sofferenza ci tiene agganciati attraverso il pensiero e perdiamo il distacco così importante per osservare la situazione da una prospettiva differente.
Dimentichiamo spesso quanto la realtà che ci troviamo a vivere sia nostra alleata nel percorso verso la consapevolezza, in quanto gioca un ruolo determinante nel porci di fronte le paure, le debolezze, i blocchi che non ci permettono di crescere ed evolvere.
Purtroppo abbiamo l'attitudine a valutare gli eventi da un punto di vista strettamente materiale e questo ci impedisce di cogliere il progetto più grande di cui facciamo parte.
Centriamo l'attenzione sulla mancanza invece di valutare la ricchezza che un evento destabilizzante può generare. Abbiamo sempre paura di perdere qualcosa di essenziale al nostro benessere e spesso rimaniamo agganciati come delle vere cozze ai nostri scogli di riferimento, anche se questo può causarci dolore (meglio uno scoglio che niente).
Inevitabilmente il nostro controllare la situazione entra in conflitto con il naturale fluire della vita e questo atteggiamento di blocco energetico non farà che attirare situazioni che tenderanno a disgregarlo, per il nostro benessere (anche se questo concetto ci parrà del tutto incomprensibile al momento della tempesta!).
E più noi tratteniamo e più la vita ci porterà a lasciar andare. 
E ci sentiremo dei veri mocho vileda alla ricerca delle frange perdute... finché esausti molleremo la presa per ritornare a vivere ;-)



giovedì 16 ottobre 2014

QUANDO I RICORDI FANNO MALE

Spesso ci sorprendiamo a ritornare con la mente a ricordi dolorosi e a soffrirne come se quei momenti fossero ancora una ferita aperta nella nostra vita, nonostante il tempo trascorso.
Un riscontro importante nel percorso verso la consapevolezza è la capacità di tornare con la mente a quei ricordi senza soffrirne. Quando questo accade, si è lavorato bene sull'accettazione elaborando l'esperienza in profondità. Si è  trattenuto l'insegnamento di Luce da essa generato e si è lasciato andare il dolore ad essa legato. La ferita è stata rimarginata.
Come si fa a verificarlo? Ascoltando il corpo. In uno stato di rilassamento meditativo si può immaginare la situazione che ci ha fatto stare male e porsi in ascolto del corpo. Se compaiono rigidità,  dolore, disagi ... dobbiamo ancora lavorarci. Se, al contrario il nostro corpo ci rimanda una situazione di benessere ce l'abbiamo fatta. Spesso il benessere arriva quando siamo riusciti a cambiare prospettiva al vissuto, rendendolo oggettivo attraverso il cuore. La mente ci porta naturalmente a giudicare il vissuto, acuendo una percezione soggettiva che riporta l'attenzione solo sul dolore provato e sul proprio disagio. E' difficile lavorare sulla mente con la mente e la dinamica del dolore spesso ci porta a soffocare il sentire del cuore creando barriere e congelando la percezione.
Si può in questo caso lavorare efficacemente sul disagio fisico senza prestare attenzione ai pensieri, sciogliendo il corpo attraverso il movimento e il respiro. A piccoli passi i nodi emotivi si scioglieranno e  il distacco generato dal lavoro avrà la capacità di aiutarci a elaborare il vissuto con maggiore leggerezza.



mercoledì 15 ottobre 2014

SMETTIAMO DI PENSARE

Smettiamo di pensare.
Sembra impossibile. Ma quanto ci farebbe bene. 
Nessun pensiero, nessuna preoccupazione, nessuna aspettativa. 
Il qui ed ora. 
Nel silenzio della mente. Nella pienezza del cuore. 
Nell'ascolto del corpo. Del suo respiro, delle sue vibrazioni, del suo calore.
Lasciare che sia. Per un attimo. 
La leggerezza dell'essere.
La libertà di volare ad ali spiegate verso l'infinito.



lunedì 13 ottobre 2014

RISPETTO O CONTROLLO DI SE STESSI: CHE DIFFERENZA C'E'?

Il rispetto di se stessi è diretto dal cuore. 
Non importano le aspettative, gli schemi educativi, le norme sociali che decretano cosa è giusto e cosa è sbagliato fare o pensare. Il cuore è a diretto contatto con il corpo e conosce in profondità cosa ci fa stare bene e cosa, al contrario, ci genera sofferenza. Al di là di quello che pensa la mente.
Il controllo di se stessi è diretto dalla mente. 
Faccio un esempio pratico. 
Sono esausta, stanchissima. 
Il mio corpo ed il mio cuore mi rimandano un segnale importante: hai bisogno di riposare. E sicuramente un periodo dedicato al riposo mi rimetterebbe in forma e mi permetterebbe di recuperare l'energia che sento mancarmi.
La mente, al contrario, entra in gioco con  le sue mille pressioni (devi ancora finire il lavoro, devi andare di qui, devi fare questo e quello, devi essere presente a quell'appuntamento...) e non mi permette di riposare. 
Se ascolto il cuore rispetto chi sono, i miei bisogni e fluisco con la vita, adattandomi al presente e vivendolo con la consapevolezza che mi rimanda il corpo.
Se lascio il comando alla mente ho un perfetto controllo di me stesso. Dico al mio cuore e al mio corpo: adattati e continua a correre senza lamentarti perché ho milioni di aspettative da soddisfare,  di desideri da inseguire, di schemi da mettere in pratica, di abitudini da cullare ... prima di potermi fermare. 
Non mancherò mai ad alcun appuntamento importante e sarò super efficiente e programmata nel rivestire le infinite maschere della realizzazione materiale, finché il mio corpo si ammalerà decretando la fine dell'illusione generata dall'era "WonderWoman (o SuperMan per la controparte maschile), nessuno mi fermerà mai e ho il pieno controllo della mia vita."
Personalmente ho scelto una mente al servizio del cuore ;-): la mente è uno strumento prezioso, ma è sempre e solo uno strumento.








PERCHE' NON SI PUO' CONTROLLARE LA VITA?

Vi siete mai chiesti come mai ogni volta che si cerca di controllare gli eventi, questi abbiano la capacità di prendere una direzione insospettata scombussolando tutte le nostre aspettative?
Il controllo è qualcosa a cui ci siamo talmente abituati, da averlo integrato nel nostro modo di vivere. Vuoi per i modelli educativi e sociali che ci hanno cresciuto, vuoi per le nostre aspettative unite a quelle di una società sempre in corsa, vuoi per un bisogno di sicurezza che ha reso punti di riferimento esterni (lavoro, famiglia, partner ...)  la base del benessere e della realizzazione personale.
E così ci siamo costruiti un mirabolante castello di carte convinti di esserne il re o la regina. E l'illusione funziona fintanto che la vita non sceglie, per il nostro bene, di minarne le fondamenta, facendolo cedere carta dopo carta, o di soffiarlo via per intero in un colpo solo.
Quando ci troviamo incoronati sotto le carte del nostro castello in rovina, percepiamo il peso delle rinunce fatte negli anni e dei compromessi accettati per erigerlo in tutto il suo effimero splendore.
Di colpo ci trasformiamo da regali rappresentanti a martiri con corona di spine e passiamo il tempo a piangerci addosso per poter recuperare le forze e reagire a tanto accanimento. Non ci passa neanche per la testa che la disfatta sia per il nostro bene e ci arrabbiamo furiosamente con chi ha il coraggio di tentare di addolcirci la pillola cambiando prospettiva agli eventi. Al crollo segue sempre l'era della soggettività: povero me. E' un passaggio obbligato: lo dobbiamo a noi stessi, il leccarci le ferite d'altro canto è terapeutico, è il nostro modo di prenderci cura del nostro orgoglio ferito.
Ma la vita non si può fermare e prima o poi l'era dell'oggettività deve tornare a far capolino per la nostra stessa sopravvivenza. Da povero martire, ci trasformiamo in martiri in cammino e a seguire, in martiri muratori e ricominciamo a vivere.
Come?
Se la batosta è stata epocale, magari ne facciamo tesoro e cambiamo prospettiva al vissuto e alle priorità ricostruendo sulle ceneri come l'araba fenice, ma trasformati dall'esperienza e consapevoli dell'illusione che ci aveva diretto.
Se la batosta è stata un assaggio, riprendiamo le carte e torniamo a giocare, impilandole con certosina precisione e pregando che nessuno soffi mai sul nostro magnifico castello ...




venerdì 10 ottobre 2014

L'ESPERIENZA INSEGNA

A volte capita di sentirsi particolarmente attirati da una situazione, pur percependo interiormente che il lasciarsi andare totalmente al sentire non è la via da adottare. Si crea, allora, una vera e propria tensione tra ciò che il cuore rimanda a fronte di ciò che il desiderio trasmette. Spesse volte questa tensione è così lacerante da indurci a rinunciare all'ascolto interiore. E ci si butta in un'esperienza che  quasi sempre è fonte di sofferenza, come se non si potesse agire diversamente.
La mia esperienza mi ha portato ad approfondire questa dinamica e a comprendere quanto il karma la influenzi. 
Adotto un esempio molto banale relativo alla vita per spiegare meglio il concetto.
Quando sono cresciuto in una famiglia molto rigida e bacchettona e ne ho molto sofferto, tenderò involontariamente ad impostare l'educazione dei figli all'estremo opposto, rifiutando completamente il modello che tanto mi ha fatto soffrire. Sperimenterò inevitabilmente che anche l'altro estremo genererà sofferenza, in quanto alcuni limiti e dinieghi in ambito educativo sono importantissimi per la crescita dei figli. 
La via mediana è quella che pone il suo fondamento sul rispetto di se stessi e degli altri per costruire una relazione costruttiva. Non si deve imporre nulla con la forza a se stessi, né lo si deve fare con gli altri, ma attraverso una consapevolezza rilassata si deve imparare che accettazione ed amore devono dirigere l'azione, sempre. Un semplice No, se detto con il cuore, genera accoglienza, non chiusura. 
Allo stesso modo, quando le vite passate hanno generato un certo tipo di esperienza, inevitabilmente cercheremo in questa di vivere l'esperienza opposta per arrivare alla comprensione necessaria a trovare un equilibrio.
Importante è non rimanere legati al dolore dell'esperienza, ma trattenere nel cuore l'insegnamento da essa scaturito per vivere il presente con consapevolezza ed equilibrio.




giovedì 9 ottobre 2014

E SE CI FOSSIMO SBAGLIATI?

Può capitare. 
E se ci fossimo sbagliati a giudicare?
E se ci fossimo sbagliati ad intraprendere un determinato percorso?
E se ci fossimo sbagliati a scegliere?
E se ci fossimo sbagliati a dedicare la vita a qualcosa che non ci appartiene?
E se ci fossimo sbagliati a seguire il consiglio di altri?
E se ci fossimo sbagliati a dare fiducia?
E se ci fossimo sbagliati... semplicemente?
Che fare?
Continuare a sbagliare corazzati nella propria presunzione 
o fare un grande atto d'umiltà e rimettersi in discussione?
Siamo liberi di scegliere.
Questa è la consapevolezza.




mercoledì 8 ottobre 2014

IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI ad ALESSANDRIA


Amici di Alessandria e dintorni vi aspetto per condividere insieme un momento di riflessione
teso a stimolare l'ascolto interiore!

QI GONG DAOYIN CON IL BASTONE CORTO

Sabato 11 Ottobre inizia il corso di Qi Gong Daoyin con il bastone corto 
a Cigliano presso il CENTRO PER LO SVILUPPO EVOLUTIVO DELL'UOMO.
Un bellissimo articolo a ricordarlo!
Per info: www.ildiamantearcobaleno.com


martedì 7 ottobre 2014

C'E' TEMPO PER OGNI COSA E SPAZIO PER TUTTI

Spesse volte, rapportandomi con le persone, sono venuta a contatto con la mente discriminante.
Spesse volte, leggendo, sono venuta a contatto con la mente discriminante.
Ogni volta che il mondo si divide in due (giusto/sbagliato - verità/menzogna- consapevole/inconsapevole ...) è la mente discriminante a dirigere il pensiero. 
Ogni volta che vi è separazione o esclusione è la mente discriminante a dirigere l'azione.
Spesse volte ho trovato persone, convinte di essere nel cuore, pronte a giudicare ferocemente l'altro.
Spesse volte ho letto pensieri di "cuore" fondati sul controllo.
Siamo immersi in una dimensione dove spazio e tempo permettono la manifestazione.
Nei piani sottili superiori (non parlo di eterico e di astrale vibrazionalmente ancora legati alla materia) non esistono spazio e tempo.
Se scompaiono questi concetti, Tutto è Uno e Uno è Tutto.
E se sono cuore è un dono meraviglioso.
Ma come vivrò questa dimensione senza limiti se sono mente? Quando mi troverò a essere chi ho giudicato? Quando svanirà l'illusione di essere migliore degli altri?  Quando l'ego non troverà lo spazio  per manifestarsi? Quando l'eterno presente sarà Tutto?
Ad ognuno la propria riflessione.





DEDICATO ALLE MAMME E AI PAPA'

Oggi posto una riflessione scaturita dall'esperienza con la mia piccola di 10 anni. 
I bimbi hanno una sensibilità naturale molto più marcata rispetto a noi. Questo significa che hanno la capacità di percepire, anche se inconsciamente, le energie che li circondano. 
Ovviamente, questa abilità li rende spesso vulnerabili e incapaci di scindere ciò che appartiene loro da ciò che agisce al loro esterno.
Faccio un esempio pratico. La rabbia. 
La mia piccola sente il peso di questa rabbia: sicuramente lei stessa trattiene al suo interno un seme di rabbia che risuona con l'energia aggressiva con cui spesso trova a confrontarsi. La frustrazione e il nervosismo degli adulti, le prepotenze dei coetanei, un ritmo di vita spesso troppo intenso per permettere un adeguato rilassamento, soprattutto con la ripresa di scuola, compiti da svolgere e attività fisiche da seguire. (Noi occidentali siamo proprio strani: quando la natura tende al naturale riposo con l'inverno, noi diventiamo iperattivi, mentre quando la natura è nel pieno della sua manifestazione, noi ci riposiamo! E poi ci stupiamo se passiamo da un raffreddore ad un'influenza senza tregua. W la disarmonia!).
Ognuno di noi, indifferentemente dalla sensibilità più o meno spiccata, credo abbia una percezione della tensione che attanaglia la Terra in questo momento. Se si è molto mentali e controllati, ci si arrabbia e si tira avanti, ma se si è sensibili questa percezione può essere fonte di grande malessere.
Fatta questa importante premessa, guardiamo ai piccoli da una differente prospettiva. Si trovano a gestire qualcosa più grande di loro, senza adeguati strumenti a loro disposizione per schermarsi e non farsi travolgere.
Ecco che le reazioni sono spesso molto intense, il malumore anche e diventa difficile relazionarsi di fronte ad un bel muro di prepotenza. In fondo la famiglia è il loro porto sicuro e dove possono permettersi di sfogare questo loro sentire senza paura? Con chi vuole loro così bene da accettarlo con il cuore. Questo non rende il compito di genitori per niente facile, in quanto anche noi abbiamo il nostro nucleo di rabbia latente ben presente al nostro interno e, non risuonare con esso creando un'escalation di rabbia, diventa un compito faticoso. A volte scappa la pazienza, vuoi perché siamo sempre di corsa, vuoi perché ci comportiamo in modo molto soggettivo ("Ce l'hai con me? Siamo già in ritardo, se ti dico di vestirti, sbrigati ..."), vuoi perché la pazienza ha un suo limite. 
Vivo personalmente questa situazione da diversi mesi: la mia piccola è come un fotovoltaico, assorbe l'energia, qualunque essa sia. E non reagisce, ma si appesantisce. Fa sogni sempre molto faticosi e si alza al mattino con grande stanchezza. Ritorna da scuola sfinita e arrabbiata.
A fine mese è il mio compleanno e le ho chiesto come regalo un sorriso ogni mattina. Ha contato i giorni e l'ha valutata un'impresa titanica. Per gioco ci stiamo provando. I primi giorni ho sorriso per prima abbracciandola, per sciogliere le sue barriere. Ieri il sorriso è nato spontaneo ed oggi mi ha detto che si sente più leggera. Le ho chiesto di provare a sorridere anche a scuola. Anche con chi è prepotente: mi ha guardato stranita. Sarà una gran fatica, le ho risposto, ma prova a cambiare il tuo modo di porti e poi mi racconti com'è andata.
Le ho spiegato che dove c'è il sorriso non c'è posto per la rabbia. Le ho spiegato che lei non è arrabbiata, ma che prova rabbia e si identifica con la rabbia quando il suo cuore è chiuso e la mente prende il sopravvento; che la rabbia occupa semplicemente uno spazio dentro di lei, ma è libera di scegliere a chi donare questo spazio. Se apre il cuore e sorride, il sorriso prenderà il posto della rabbia e lei si sentirà meglio. Così come succede se fa un'attività fisica e permette al suo corpo di muoversi e lasciar andare le tensioni generate dalla rabbia. 
Spesso ci dimentichiamo quanto sia faticoso essere bambini oggi.
Papà e mamme, insegniamo ai nostri bimbi a sorridere e cambieremo il mondo!





lunedì 6 ottobre 2014

L'ARMONIA DELL'ESSERE

Di fronte ad un magnifico paesaggio è naturale cogliere l'armonia che la la Luce dello stesso rimanda.
Ogni elemento si trova esattamente al posto che gli spetta e collabora con la sua unicità all'armonia del tutto, senza sforzo, semplicemente con uno stato di presenza.
Così è per l'uomo. Il suo corpo rispecchia profondamente il suo sentire, il suo pensiero, le sue azioni.
Quando percezione, pensiero ed azione sono coerenti nasce quello stato di presenza che dona armonia. 
Quella leggerezza dell'essere che si manifesta naturalmente quando si sono lasciati andare schemi mentali, attaccamenti, abitudini, aspettative e si è lavorato profondamente sulle proprie paure e debolezze.
Ecco che la mente torna ad essere uno strumento al servizio del cuore, dell'essenza di Luce che tutti racchiudiamo al nostro interno.
L'armonia è molto semplicemente uno stato di presenza. La gioia del qui ed ora.





venerdì 3 ottobre 2014

I COLORI DELLA VITA

Il colore è vibrazione e ognuno di noi ha un suo colore, unico e speciale nella manifestazione.
I pensieri e le parole sono vibrazione e determinano il colore che ciascuno sceglie di rappresentare nel variegato mondo della manifestazione.
Ci sono infinite sfumature nel grande arcobaleno che completa l'universo.
Alcuni colori si completano, altri si annullano, altri ancora si rafforzano e altri si sbiadiscono se uniti nella tavolozza del grande Creatore.
Ogni colore ha una sua funzione ben precisa. Non si potrebbe apprezzare il chiarore della Luce se non ci fosse l'oscurità del buio a permetterne la manifestazione.
E' anche vero che in tutta questa immensa gamma di sfumature ci si può sentire a casa, isolati, accolti o giudicati, proprio in ragione della risonanza vibrazionale del nostro colore con chi ci è accanto.
Questo a volte può creare grande confusione. 
La mia esperienza mi ha portato ad ascoltare il corpo per avere chiarezza. Imparando ad ascoltarmi, ho imparato a percepire la frequenza vibrazionale delle persone o anche semplicemente delle parole espresse. Non sempre il colore di questa frequenza mi fa stare bene e questo mi fa comprendere che è semplicemente molto distante dalla mia vibrazione e una relazione costruttiva risulterebbe difficoltosa. 
Il cuore accoglie e dona a chi si avvicina con umiltà e cuore, ma si allontana da chi si avvicina con presunzione e mente. I linguaggi sono troppo distanti: il cuore condivide, la mente separa ... il cuore accoglie, la mente giudica ... il cuore rispetta, la mente manipola per soddisfare le sue aspettative ed i suoi desideri.
Ma perché esiste questa grande varietà di colori? Perché l'uomo è sia cuore che mente, è sia Spirito che materia:  tutte le frequenze vibrazionali gli appartengono, ma le sue scelte ne hanno determinato la manifestazione come un preciso colore. Rapportandosi agli altri colori può crescere  e rafforzare la sua scelta, ascoltandosi e facendo esperienza.
L'educazione e le norme sociali spesso ci portano ad agire in direzione contraria all'ascolto, richiedendo enormi quantità di energia e con il risultato di sbiadire il nostro colore.
Il colore che ci appartiene è il risultato dei passi fatti e della consapevolezza che li ha guidati.  Accettazione dell'altro è rispettare chi ha fatto un numero diverso di passi e il modo in cui ha scelto di compierli. Accettazione di sè è scegliere di allontanare i colori che non completano il proprio, ma lo sbiadiscono, per poter liberamente risuonare con i colori che con la loro vibrazione rinforzano la scelta fatta nel lungo e faticoso cammino verso la Luce.