sabato 29 novembre 2014

LA CONFESSIONE DI UN ASCETA

Estratto da "Il Verbo degli Uccelli" Di Farid Ad-Din'Attar:

Un sant'uomo ebbe a dire: "Io vivo da settant'anni in uno stato di totale appagamento e ora posso vantare una splendida signoria, possedendo uno stabile legame con il mio Signore!".
Finché sei impegnato a ricercare gli altrui errori, come potrai contemplare la bellezza dell'invisibile? Smetti in primo luogo di frugare tra i difetti del prossimo giacché cercando errori non troverai altro che errori, e cerca invece di appagare te stesso nell'amore dell'invisibile. Per scoprire i difetti altrui tu spaccheresti anche un capello, ma quando consideri i tuoi divieni improvvisamente cieco! Se riconoscessi almeno una volta i tuoi errori saresti perdonato, per quanto gravi possano essere.



Per riflettere.

venerdì 28 novembre 2014

PIANGERE

Estratto da "Arrendersi al corpo" di Alexander Lowen:

Piangere significa accettare la realtà del presente e del passato.
...
Piangere non cambierà il mondo esterno. 
Non porterà amore, né consenso, ma trasformerà il mondo interiore. 
Libererà la tensione e il dolore.



Piangere è aprirsi alla compassione verso se stessi. E' profondamente liberatorio. 
Allo stesso tempo, quando il dolore è così lacerante da irrigidirci, non è semplice lasciarsi andare al pianto. Si ha come l'impressione che abbandonandosi alle lacrime, queste scenderanno all'infinito. E' la paura a trasmettere questa percezione e a renderci ancora più tesi e serrati nella nostra sofferenza. Piangere fa bene. Questo non significa rendere il pianto una reazione automatica di fronte ai problemi e assumere in questo modo un comportamento passivo di fronte alla vita, ma accettare che un attimo di tristezza e scoramento è naturale come prendersi la libertà di manifestarlo.


giovedì 27 novembre 2014

RABBIA E PAURA

Estratto da "Arrendersi al corpo" di Alexander Lowen:

"Se l'individuo non è in grado di arrabbiarsi, si blocca in una posizione di paura. La due emozioni sono antitetiche: quando si è arrabbiati, non si è spaventati, e viceversa. Per la stessa ragione, quando una persona è molto spaventata, si può supporre che nella sua personalità sia presente una dose uguale di rabbia potenziale e repressa. Esprimere la rabbia scioglie la paura, esattamente come piangere scioglie la tristezza."



Interessante riflessione di Lowen. La paura scatena grande rigidità, come se l'acqua del nostro corpo si gelasse rendendoci freddi e immobili. La rabbia vibra di grande intensità, come un fuoco che, se fuori controllo (collera), è in grado di bruciare e distruggere tutto. Entrambe le emozioni sono importanti, se provate in modo equilibrato. La paura attiva un processo di difesa, la rabbia ci dona l'energia per reagire. Occorre integrare le due energie per mantenere flessibilità anche in momenti di grande tensione.


lunedì 24 novembre 2014

RICORDARSI DI AMARE

Nella quotidianità ci troviamo spesso a reagire alle situazioni d'impulso. Queste stesse reazioni sono frutto dell'abitudine  e si manifestano senza alcuna attenzione a chi ci circonda, in quanto partono come dei fulmini a difendere le nostre barriere. 
Inevitabilmente ripercorreremo, con continuità, nelle relazioni con gli altri, gli stessi schemi di sempre e otterremo in risposta reazioni note. 
E giù a lamentarci che le persone non cambiano mai. 
Ma se ci fermiamo e ci osserviamo, possiamo dirci cambiati?
Non possiamo aspettarci che gli altri si ricordino di amarci, se non siamo in grado di farlo noi per primi.



venerdì 21 novembre 2014

FELICEMENTE ILLUSI DI ESSERE

Estratto da "Arrendersi al corpo" di Alexander Lowen:

"Le illusioni sono difese dall'Io contro la realtà e, se possono risparmiare a qualcuno la sofferenza di una realtà spaventosa, tuttavia ci rendono prigionieri dell'irreale. La salute emotiva è la capacità di accettare la realtà e di non sottrarsi ad essa. La nostra realtà di base è il nostro corpo. Il nostro sé  non è un'immagine prodotta dal nostro cervello, ma un organismo reale, vivo e pulsante. Per conoscere noi stessi dobbiamo sentire il nostro corpo. La perdita della sensibilità in una parte del corpo è la perdita di una parte del sé. La consapevolezza del sé, il primo passo nel processo terapeutico di scoperta del sé, è la percezione del corpo, l'intero corpo dalla testa ai piedi. Molti individui perdono la percezione del corpo sotto stress, si dissociano dal corpo per sfuggire alla realtà: questa è una reazione di tipo schizofrenico e costituisce un grave disturbo emotivo. Ma quasi tutti nella nostra cultura si dissociano da qualche parte del loro corpo. Alcuni non hanno percezione della propria schiena. Ciò è vero particolarmente per quegli individui che possono essere descritti come privi di spina dorsale. Altri mancano di sensibilità nelle viscere. Questi individui manifesteranno una mancanza di coraggio. Ogni parte del corpo contribuisce al nostro senso del sé, se siamo in contatto con essa. E possiamo avere questo contatto solo se è viva e mobile. Quando ogni parte del corpo è carica e vibrante, ci sentiamo vivi in modo vibrante e felici. Ma perché ciò accada dobbiamo arrenderci al corpo e ai suoi sentimenti."



Condivido profondamente questa riflessione di Lowen. Ne "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" insisto moltissimo sulla consapevolezza corporea come base per un lavoro di auto conoscenza. In questi anni di lavoro con i gruppi mi sono resa conto di quanto poco si sia in contatto con il proprio corpo. Uno dei primi esercizi che propongo nel libro - Meditazione e radicamento -, che, a prima vista può sembrare banale, ha evidenziato questa carenza in moltissime persone.

giovedì 20 novembre 2014

RISPETTOSAMENTE LIBERI O LIBERAMENTE RISPETTOSI?

Se mi ascolto e mi rispetto, mi sento libero? 
A volte, si ha l'impressione di non esserlo affatto, in quanto le esigenze personali cozzano con una realtà fatta di obblighi morali ed educativi, di abitudini e schemi comportamentali. 
I "si deve fare" o "non si deve fare" si ergono con forza a ristabilire i ruoli che abbiamo scelto di ricoprire.
Importante è comprendere se le chiavi della prigione in cui ci sentiamo rinchiusi appartengono a noi o agli altri. 
Se queste chiavi sono in nostro possesso, è importante comprendere perché ce le teniamo in tasca invece di utilizzarle per essere liberi.
Nel caso le chiavi siano in mano ad altri, è importante comprendere la motivazione che ci ha indotto a donare il nostro potere personale all'esterno.
Possiamo affermare che dipende sempre e comunque da noi?



mercoledì 19 novembre 2014

PRESENTAZIONE A FOSSANO

Per quelli che sono alla ricerca e per quelli che sono semplicemente curiosi ... 
per quelli che la consapevolezza è importante in un mondo confuso 
e per quelli che sono confusi in un mondo inconsapevole ... 
per quelli che cambiare non è mai troppo tardi 
e per quelli che cambiare è quasi impossibile ... 
per quelli che  l'amore esiste 
e per quelli che faticano a trovarlo ... 
per quelli che il cuore è vita 
e per quelli che la mente  detta legge... 
per tutti nessuno escluso ...
Vi aspetto numerosi alla:

PRESENTAZIONE DEL LIBRO


SABATO 29 NOVEMBRE 2014
ore18,00

LIBRERIA LE NUVOLE
Via Cavour 23
FOSSANO (CN)
per informazioni 0172 634721

lunedì 17 novembre 2014

LA VOCE DEL SILENZIO

Il 17 Novembre 1875 a New York fu fondata la Società Teosofica da Helena Petrovna Blavatsky.
L'estratto di oggi sarà quindi dedicato a ricordare M.me Blavatsky.
Da "La voce del silenzio":

"Prima che l'Anima possa vedere, deve raggiungere l'Armonia interna, e gli occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.
Prima che l'Anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla in Silenzio, così, come alla mente del vasaio è unita la forma secondo la quale sarà modellata l'argilla.
Poiché allora l'Anima udrà e ricorderà, e allora all'interno orecchio parlerà "La Voce del Silenzio" e dirà:
Se la tua anima sorride immersa nella Luce Solare della tua Vita;  se la tua Anima canta entro la sua crisalide di carne e di materia; se la tua Anima piange entro il suo castello d'illusioni; se la tua Anima lotta per spezzare l'argenteo filo che la unisce al Maestro, sappi, o Discepolo, la tua Anima è di questa terra.
Quando la tua Anima che si dischiude dà ascolto al tumulto del Mondo; quando  la tua Anima risponde alla voce ruggente della Grande Illusione; quando sbigottita nel vedere le cocenti lacrime di dolore, assordata dalle grida d'angoscia, la tua Anima si ritrae come la pavida tartaruga nel guscio dell'Egoismo, sappilo, o Discepolo, tempio indegno è la tua Anima del Dio Silente.
Quando, cresciute le sue forze, la tua Anima si arrischia fuori dal suo sicuro asilo, e, staccatasi dall'involucro protettore, tende l'argenteo suo filo e si spinge in alto; quando, scorgendo la sua immagine sulle onde dello Spazio, essa mormora: "Questa sono Io", confessa, o Discepolo, che la tua Anima è presa nelle reti dell'illusione.
Questa terra, o Discepolo, è la stanza del Dolore, dove lungo il Sentiero delle dure prove sono sparse insidie per avvolgere il tuo Ego nell'illusione detta la "Grande Eresia".
Questa terra, o Discepolo ignaro, è soltanto il vestibolo tenebroso che conduce a quel crepuscolo che precede la valle di vera luce - quella luce che vento non può estinguere, che arde senza lucignolo e senza alimento.
Dice la Grande Legge: "Per diventare il conoscitore del Sè Universale, devi prima essere il conoscitore del Sè, devi abbandonare il sé al non sé, l'essere al non essere, e allora potrai riposare tra le ali del Grande Uccello. Dolce invero è riposare tra le ali di quello che non è nato, né muore, ma è l'AUM attraverso eterne età."






domenica 16 novembre 2014

L'ESSENZA

Estratto da "Il Pimandro" di Ermete Trimegistro:

"L'essenza di Dio è, in certo modo, il bene, il bello, la fortuna, la saggezza; l'essenza dell'eternità è l'identità, quella del mondo è l'ordine, quella del tempo è il cangiamento, quella della generazione è la vita e la morte. Le energie di Dio sono l'intelligenza e l'anima, quelle dell'eternità la permanenza e l'immortalità, quelle del mondo la composizione e la decomposizione, quelle del tempo l'aumento e la diminuzione, quella della generazione è la qualità."



Quella della generazione è la qualità.
Riflettiamo profondamente su questo.

venerdì 14 novembre 2014

DIMENTICARE

"Lascio inerte il corpo e bandisco l'intelletto. 
Abbandonando la forma e respingendo la conoscenza, 
faccio parte del gran Tutto. 
Questo intendo per sedere e dimenticare." 

Chuang-tzu


Mi piace moltissimo questa riflessione. Forse perché mi appartiene profondamente. 
Ho la tendenza spontanea a dimenticare quello che leggo: divoro tantissimi libri, ma ne trattengo magari solo alcune frasi o lo spunto di riflessione che  risuona con me in quel momento. 
Sento spesso parlare di libri letti o di film visti con tale dovizia di particolari da indurmi ad osservare la mia incapacità a trattenere con grande curiosità. 
Solo qualche anno fa ho compreso la natura di questa mia particolarità. 
Dopo aver praticato la meditazione regolarmente per tanti anni, ho iniziato a ricordare e a osservare la realtà da una prospettiva al di là degli schemi. Questa capacità è emersa proprio grazie all'abbandono della forma e alla mia naturale propensione a respingere la conoscenza. 
I miei ricordi sono spesso in contrasto con la storia che si legge, così come certe visioni sembrano anticipare conoscenze al di là da venire. Se il mio intelletto fosse attivo, le respingerebbe immediatamente, facendo spazio al dubbio della mente e al suo giudizio. 
In questo modo, al contrario,  ho sempre accolto ogni informazione con grande libertà e solo successivamente mi capitava di trovare il libro in grado di farmi procedere oltre e acquisire maggiore comprensione in merito all'esperienza vissuta. 
E così ogni giorno mi siedo e dimentico e ogni giorno emergono nuovi ricordi. 
E ogni giorno compio un piccolo passo nel cammino verso la consapevolezza.

mercoledì 12 novembre 2014

SILENZIO

Estratto da "Riflessioni sul Dhammapada" di Ajahn Munindo:

Se ti parlano con durezza
fatti silenzioso come un gong spezzato;
non rivalersi è segno di libertà.

strofa 134





Quando si riceve una critica ingiustificata può risultare difficile non reagire. Respirare profondamente aiuta a percepire quello che si sente, senza "trasformarsi" in quella sensazione. La consapevolezza, a quel punto, dirige l'azione rendendoci liberi di scegliere come comportarci.

martedì 11 novembre 2014

KARMICAMENTE LEGATI

Estratto da "Il karma" di Annie Besant:

"I fatti stanno in questi termini: l'uomo è limitato dai suoi pensieri trascorsi, dalle sue sprecate opportunità, dalle sue scelte sbagliate, resta vincolato dai suoi desideri dimenticati, incatenato dagli errori commessi in tempo passato.
Tuttavia, il vero Uomo non è legato: colui che ha creato il passato che lo imprigiona nel presente può ancora lavorare nella prigionia e crearsi una futura libertà.
Egli deve sapere di essere libero e, con questa conoscenza, le sue catene cadranno proporzionalmente a come crescerà la sua conoscenza e valuterà l'illusorietà dei suoi vincoli.
"


Vestiamo le catene che abbiamo scelto di indossare: per abitudine, per paura, per educazione.
La libertà richiede grande coraggio.

lunedì 10 novembre 2014

ESSERE

Estratto da "Aforismi" di Carl Gustav Jung:

"MOLTO AVREBBE POTUTO ESSERE DIVERSO SE IO STESSO FOSSI STATO DIVERSO".



Questa riflessione è splendida. Non aggiungo altro. 

domenica 9 novembre 2014

TENSIONE E RIGIDITA'

Estratto da "La spiritualità del corpo" di Alexander Lowen:

"La sensazione è la vita del corpo, come il pensiero è la vita della mente. Se l'individuo riesce a sentire la propria tensione non come un malessere o un dolore misterioso, ma come una difesa contro certi impulsi o certi sentimenti, attiverà la propria energia per allentare la tensione e dare appropriata espressione al sentimento. Ma non è un compito facile. Sapere e sentire quanto si è stati offesi può essere fonte di profondissima sofferenza. Eppure ce ne possiamo liberare solo sentendo le nostre tensioni e intuendo il loro nesso con i sentimenti repressi di paura, rabbia e tristezza. in molti casi il divenirne consapevoli porta a manifestarli spontaneamente e a scaricare così la tensione."



Se ascoltiamo con attenzione il nostro corpo, ne percepiamo la tensione e la rigidità che spesso ci accompagna. Le spalle contratte, il collo teso, la schiena sofferente, le gambe rigide ... sono condizioni che tutti abbiamo sperimentato, come la difficoltà a staccare la spina e rilassarsi quando ci sentiamo così. Il corpo non ce lo concede e attira inevitabilmente la nostra attenzione sul dolore. La reazione automatica attivata dal cervello di fronte al dolore è l'ulteriore contrazione muscolare della parte interessata con conseguente infiammazione. La risposta più frequentemente adottata, a quel punto, è l'assunzione di un antinfiammatorio per lenire il dolore, annientando il sintomo (che inevitabilmente ricomparirà, non avendo risolto l'origine del problema). 
Personalmente ho dovuto trovare una soluzione alternativa (essendo allergica ai Fans - antidolorifici e antinfiammatori) e il respiro mi è stato di grande aiuto. Non è stato semplice, soprattutto, quando il dolore era acuto, ma continuando imperterrita a mantenere la centratura sul respiro, ho acquisito il distacco necessario a deviare l'attenzione dalla sofferenza, permettendo al mio corpo di rilassarsi. Attraverso un ascolto consapevole la natura emotiva del disagio è emersa naturalmente e questo mi ha permesso di elaborarla. A seguito della comprensione dell'emozione repressa e della sua elaborazione attraverso un processo di accettazione (procedimento che a volte ha richiesto ore, altre giorni interi o anche mesi!), la tensione è "magicamente" scomparsa in modo definitivo. 
Ovviamente dietro questo approccio, che può, di primo acchito, sembrare molto semplicistico ci sono anni di lavoro consapevole alle spalle. 
Infatti, si impara a respirare inizialmente di fronte a problemi banali, alla portata di un lavoro sperimentale teso a conoscersi. Di fronte ad un grande dolore è  impossibile respirare con tranquillità senza un opportuno training: si rischia solo di accumulare tensione e frustrazione di fronte all'incapacità a rimanere focalizzati sul respiro.
Si tratta di un lavoro faticoso, che richiede grande pazienza, ma il percorso verso la consapevolezza trova nel superamento di questi ostacoli, la sua realizzazione.


venerdì 7 novembre 2014

GRAZIA E SPONTANEITA'

Estratto da "La spiritualità del corpo" di Alexander Lowen:

"Un movimento è tanto più spontaneo e aggraziato quanto meno vi entra la volontà. Perché le nostre azioni abbiano grazie e naturalezza, l'Io deve confidare nell'inconscio e rispondere liberamente e compiutamente alle istruzioni che ne riceve. 
La mancanza di grazia è un segno di disagio. Nella nostra cultura, poiché il disagio è inevitabile, è raro trovare corpi aggraziati nella popolazione adulta. Osservando le persone per la strada non si può non restare colpiti dal modo goffo in cui in genere camminano; più triste ancora è il fatto che non se ne rendano conto. Molte sono anche inconsapevoli di avere dei seri problemi emotivi."



E' molto interessante questa riflessione di Lowen. 
Se pensiamo attentamente alle azioni volontarie, ci rendiamo conto di quanto spesso siano dirette da un ferreo controllo, dissociato dalla percezione corporea. 
L'educazione, l'abitudine e il ragionamento scatenano l'azione in modo automatico e inevitabilmente il contatto con il corpo viene perso.
Ovviamente questo atteggiamento crea disarmonia e genera disagio. Il corpo si muove in modo meccanico e rinuncia alla sua naturalezza: a poco a poco diviene uno strumento da usare invece di un importante alleato nel percorso di vita.  Proprio questa dissociazione favorisce il ruolo di potere della mente a discapito del cuore, che attraverso il corpo si manifesta. 
Le difficoltà all'inizio del percorso verso la consapevolezza risiedono proprio nell'incapacità di entrare in contatto con il corpo. Un corpo non ascoltato è un corpo congelato e quando si comincia a prestarvi attenzione emerge immediatamente il suo disagio. Per questa ragione, l'impatto con un lavoro consapevole è spesso molto doloroso: aprendoci all'ascolto diveniamo coscienti di qualcosa che ci appartiene, ma che avevamo abilmente messo nel congelatore per non sentirlo.

LA RESPIRAZIONE

Estratto da "La spiritualità del corpo" di Alexander Lowen:

Il diritto di essere persona nasce con il primo respiro. L'intensità con cui avvertiamo questo diritto si riflette nel nostro modo di respirare. Se respirassimo tutti come fanno con naturalezza gli animali, il nostro livello energetico sarebbe alto e soffriremmo raramente  di stanchezza o depressione cronica. Ma nella nostra cultura il respiro è per lo più poco profondo e si ha la tendenza a trattenerlo. Peggio ancora non ci si accorge neppure di avere problemi di respirazione.



Il respiro mi ha sempre affascinato. Da piccola ascoltarlo, mi portava lontano e un po' mi faceva paura. Crescendo, ho imparato molto, respirando. 
Il respiro ha aperto le porte all'interiorità, mi ha permesso di imparare il distacco, mi ha insegnato ad accogliere e a lasciare andare. Ha trasformato la mia energia e il mio modo d'essere. Ogni giorno il respiro mi accompagna nel percorso verso la consapevolezza e mi pervade sempre più in profondità. Mi radica alla Terra per condurmi in Cielo. Ormai è mia consuetudine ascoltarlo e comprendere di riflesso il mio stato d'animo e attraverso il respiro alleggerirlo. Respirare a pieni polmoni in riva al mare o in montagna è estremamente tonificante; respirare profondamente per prepararsi al sonno è rilassante. Respirare superficialmente favorisce la tensione nel corpo. Trattenere il respiro è rinunciare a vivere. E tu come respiri?