mercoledì 4 febbraio 2015

LA RABBIA INESPRESSA

Mi è capitato spesso di osservare persone criticare tutto e tutti e percepire, al di là delle loro parole, una grande rabbia inespressa. Rabbia per ciò che ritengono di non aver avuto dalla vita, rabbia per la sofferenza generata dall'essere incompresi, rabbia contro gli altri e soprattutto contro se stessi e le proprie paure e debolezze.
Quando ci si trova di fronte a persone di questo tipo è come essere in presenza di un temporale con tuoni (le critiche feroci) e fulmini (le scariche energetiche determinate dalla rabbia): occorre indossare l'impermeabile o aprire l'ombrello. Se non lo si fa, si rischia di risuonare con quella rabbia e  immergersi nel giro vizioso dei torti subiti in un escalation di vittimismo.
In questo periodo è utile portarsi dietro  l'ombrello per vivere queste situazioni con oggettività. Se ci lasciamo travolgere dalle offese o dalle critiche, reagiremo alla rabbia con altra rabbia. Se rivolgiamo l'attenzione al nostro interno, saremo in grado di aprire il cuore e dar vita ad un ascolto empatico, pronto a cogliere il dolore dell'altro invece di percepirlo come un attacco diretto alla nostra persona.




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