giovedì 30 aprile 2015

LA MAPPA NON E' IL TERRITORIO

"La mappa non è il territorio."
Korzybski

Il senso di questa affermazione sembra ovvio, ma non lo è affatto. Evidenzia l'impossibilità a catturare la realtà attraverso un sistema di pensiero. Ogni descrizione della realtà mediante il linguaggio è una mappa e come tale si scontra con i limiti delle parole. Il territorio è molto più che una mappa. Le sue mille sfumature in movimento non potranno mai essere rese da un'immagine fissa.
Così è per il percorso. Ogni esperienza è talmente unica e in continua trasformazione che ogni tentativo di condividerla si scontra con i limiti dell'incomunicabilità. La compassione e l'amore ci portano naturalmente a provarci, ma diviene essenziale affermare a priori e con umile trasparenza che il racconto di ciò che si è sperimentato non è l'esperienza.



mercoledì 29 aprile 2015

IL CAVALLO E LA CARROZZA

Quando osserviamo un cavallo al galoppo percepiamo immediatamente una sensazione di libertà.
Quando osserviamo un cavallo che traina una pesante carrozza con grande fatica
 la nostra attenzione è calamitata dal limite a cui è sottoposto.
Come quel cavallo noi siamo liberi di scegliere 
se galoppare 
o procedere al passo portandoci dietro una serie infinita di attaccamenti.

E’ fondamentale essere consapevoli 
che quando la percezione di assenza di libertà si fa strada nel sentire profondo, 
risulta molto difficile cambiare prospettiva.




martedì 28 aprile 2015

LA DISPERAZIONE


Sgorga muta dalle profondità del nostro essere e ci lascia sfiniti.
Il dolore prende forma e annebbia la mente: il corpo si arrende alla fatica.
Proprio quando tocchiamo il fondo della nostra vulnerabilità, 
siamo pronti per una nuova consapevolezza 
e ascoltare il corpo, 
accogliendone le ferite, 
ci permette di lasciarle andare.




venerdì 24 aprile 2015

OSSERVARE IN ASSENZA DI GIUDIZIO

Oggi ho scelto di dedicare qualche riga all'argomento "giudizio". 
Durante le presentazioni a Roma, ho notato quanto fosse naturale osservare la propria quotidianità in modo soggettivo, osservarla cioè con le lenti della propria educazione e dei propri schemi mentali, pur pensando di analizzarla in modo oggettivo. Quando si vive una difficoltà, è naturale ricercare una comprensione che permetta di trascenderla, ritrovando uno stato di benessere. Purtroppo, spesso si tende a operare questo passaggio con la mente.

Un esempio pratico, forse, potrà semplificare l'esposizione.

Mi trovo a lavorare in un ambiente dove i colleghi sono "fru - fru", cioè frivoli, e mi sento a disagio.
Già nell'attimo in cui li etichetto, li ho giudicati. Ho giudicato la loro leggerezza, considerandola superficialità. E questa leggerezza/superficialità mi infastidisce: cozza con la mia idea di profondità di pensiero e la vivo male, la rifuggo. Non prendo neanche in considerazione un'idea di leggerezza scaturita dall'assenza di attaccamenti, generata dalla consapevolezza e dalla libertà dell'essere. Probabilmente, la mia educazione, sociale e religiosa, mi ha trasmesso lo schema: leggerezza = superficialità e inconsciamente l'ho fatto mio, senza perder tempo a rielaborarlo. E vivo la mia vita con il peso dello schema: al contempo giudico quella leggerezza, che sembra così fuori dalla mia portata, per non finire nella favola della volpe e l'uva. Non mi può mancare qualcosa di cui nego la bellezza. Il cuore mi rimanda un bisogno di leggerezza, ma la mente giustifica l'assenza della stessa con il fatto che io sia, rinunciandovi,  una persona "migliore". Sono in un vicolo cieco. Non sto bene con me stessa e tanto meno quando ogni giorno sul lavoro mi rapporto con i colleghi. Qual è la soluzione? Cambiare posto di lavoro (fuggendo da una situazione che mi pone di fronte allo schema mentale che mi sta bloccando) o cambiare me stessa (disgregando lo schema)?
La mente mi convincerà che quel lavoro non è adatto a me, che quelle persone non risuonano con il mio livello di consapevolezza, che se mi ascolto devo allontanarmi .. mascherando questi pensieri come frutto del cuore. 
Il mio cuore, al contrario, mi insegnerà, attraverso la quotidianità, a valorizzare la leggerezza.
Potrebbe anche succedere che quando avrò elaborato il passaggio, arriverà una nuova proposta di lavoro e che scelga di spostarmi consapevolmente. Chissà.

Alla luce di questa riflessione ... osservate con il cuore o con la mente?



sabato 18 aprile 2015

ESSERCI O NON ESSERCI?

In un mondo avvolto dal velo dell'illusione
l'immobilità regna 
dettando le leggi della paura.
Osservo 
in silenzio
l'incapacità a vedere
a sentire
ad ascoltare.
La mancanza di coraggio.
Osservo
in disparte
 l'impotenza delle parole
della meditazione
del movimento fisico.
Nulla sembra scuotere tanto torpore.
In un abbraccio di Luce
accolgo e attendo
una nuova alba 
senza tempo.





venerdì 17 aprile 2015

INIMICIZIE

Quando si accetta se stessi e si inizia a essere coerenti corpo, mente e cuore, si cambia e ci si trasforma. Si acquisisce una nuova prospettiva di osservazione, che spesso si discosta da quella comune, e alla percezione di libertà si aggiunge lo smarrimento di chi ci è vicino.
Non ci sono più paure e debolezze a dirigere l'azione, ma rispetto e consapevolezza.
La voce si erge solitaria fuori dal coro di cui si è fatto parte fino a poco tempo prima.
Come reagiscono gli altri al nostro cambiamento? 
Con disorientamento. L'abitudine ci ha incollato addosso un'immagine che deve essere rimessa in discussione, comportando necessariamente un rimettersi in discussione a propria volta.
Le risposte cambiano, le azioni anche: non corrispondono più alle aspettative.
Si diviene, agli occhi del prossimo, delle meteore impazzite.
Il non si deve e non si fa per educazione si volatilizza per lasciar spazio al sentire. Gli schemi mentali vengono disgregati a favore dell'essere e l'apparire diviene l'ultimo dei problemi. Ogni relazione è vissuta con empatia e consapevolezza e non lascia spazio a dipendenza e manipolazione.
Si apre un nuovo universo esperienziale, non senza difficoltà, in quanto si diviene scomodi.
Ma non importa perché nulla può turbare tanta ricchezza.




giovedì 16 aprile 2015

PRIORITA'

Quali priorità caratterizzano la vostra vita?
Ci avete mai pensato? 
E' semplice raccontarsela, ma  le cose, le situazioni o  le persone a cui dedicate la maggior parte del vostro tempo corrispondono alla risposta che vi siete dati?
Si presuppone, infatti, che quello che più importa abbia gran parte della vostra attenzione.
Oggi getto un amo, per una pesca copiosa e consapevole.



martedì 14 aprile 2015

ESSERE SCONTATI

Frasi dette e ripetute, 
aforismi, proverbi, 
abitudini del linguaggio.
Le nostre parole specchiano i nostri pensieri,
il nostro modo di essere,
di vivere.
Possono volare alte nel cielo
o affondare in oscuri abissi:
una cosa è certa,
ci porteranno con loro.






giovedì 9 aprile 2015

ESSERE NEL CUORE

Essere nel cuore non è accogliere passivamente. Essere nel cuore è accogliere nel rispetto di me stesso.
Perché a volte non riesco a mettere i sani limiti del rispetto verso me stesso?
Per ego, per paura, per debolezza. E la mente giustifica quello che il cuore tenta invano di svelare.
Questo approccio porta inevitabilmente alla costruzione di grandi barriere per sopravvivere all’esterno e , a maggior ragione, all’interno, alle nostre dinamiche nascoste.
Essere nel cuore è saper accogliere con discernimento.
Essere nel cuore è saper lasciar andare con consapevolezza.






SAGGEZZA O CONOSCENZA?

Cuore o ego? Servizio o bisogno? 
Quanto è sottile il confine tra le due cose e quanto è facile superarlo senza accorgersene. 

Leggo le parole di Osho:

"La saggezza nasce dal cuore, non dall'intelletto. La saggezza nasce dal nucleo più intimo del tuo essere, non dalla mente. Taglia la tua testa, sii senza testa ... e segui l'essere, qualsiasi cosa dica, in qualunque posto ti conduca ... perfino se ti guida nel pericolo, seguilo ... perché quello è il tuo percorso: attraverso quel pericolo crescerai e giungerai a intima maturazione."

E risuonano profondamente in me in questo momento.

Ieri ho preso una decisione importante. Quella di ritirarmi nel silenzio della mia interiorità e sospendere gruppi di meditazione e sedute individuali per dedicarmi a me stessa e al libro. 
Quando ho accettato il servizio nel 2008, ho aperto il mio cuore a tutti con grande gioia. In quest'ultimo periodo di grande cambiamento ho però realizzato quanto le parole siano uno strumento inadeguato. Il mio cuore ne ha espresse tante, ma spesso senza raggiungere il cuore di coloro a cui erano dirette: il filtro di una mente molto attiva ne schermava il recondito significato. Anche la meditazione, dapprima così naturale, soffriva di un impatto mentale sempre più presente in questi ultimi mesi. Di fronte alla consapevolezza, di fronte alla scelta, si ergeva inestricabile una selva oscura di pensieri a difendere l'ego, l'abitudine, lo schema mentale. 
Con grande umiltà ho continuato a meditare, ascoltare e lasciar parlare il cuore. Percependo allo stesso tempo una grande stanchezza, maturata nel sentir ripetere inalterate le stesse dinamiche nonostante proponessi sempre nuove prospettive di osservazione a illuminarle. Da un lato percepivo il disagio molto chiaro del mio corpo, dall'altro mi chiedevo cosa richiedesse il servizio. La gioia aveva gradatamente lasciato spazio al disagio. 
Ieri, meditando, ho compreso dove si nascondeva l'ego. L'ego si manifestava nel mio non mollare, nel non lasciar andare uno strumento che innegabilmente mostrava i suoi grandi limiti con il conseguente riconoscimento della mia stessa incapacità a toccare i cuori con la meditazione e la condivisione, nonostante dedizione, sacrificio e impegno.
La scelta di lasciar andare tutto, nel momento in cui vi è chiarezza, è l'unica soluzione. La mente con i suoi sensi di colpa tenta il colpo di coda, ma la consapevolezza lo illumina.
In questo momento storico c'è bisogno di concretezza. Non serve a nulla parlare tanto di spazio, rispetto, libertà e consapevolezza, se questi valori non vengono manifestati nella vita di ogni giorno.
Essere senza testa in un mondo di teste giganti è faticoso e spesso doloroso, ma porta allo stesso tempo una serenità ed un'armonia interiore che il mondo intorno non può guastare. Questo non significa rinchiudersi nel proprio bozzolo, ma trasformare la spiritualità in quotidianità, le parole in azioni. Il percorso passa attraverso il corpo e la realtà, al di là del velo dell'illusione. Se la mia vita va a catafascio devo rimettermi in discussione con grande trasparenza perché le situazioni e gli altri non specchiano altro che me stesso. E se lavoro bene, la vita di tutti i giorni mi rimanderà la conferma grazie ad uno stato psico-fisico di maggior benessere. 
Oggi il mio cuore sente di urlare forte queste parole:

"SIATE SENZA TESTA E AGITE!"

Per quanto mi riguarda, ora ho chiaro il contenuto del nuovo volume. L'esperienza mi ha fatto vedere i limiti della parole, ma anche la grande potenzialità di un lavoro pratico sul corpo. Il mio servizio deve solo essere canalizzato diversamente e scrivere sarà il mio modo di portarvi tutti nel cuore.



lunedì 6 aprile 2015

E SE LA CRISI FAVORISSE LA CONDIVISIONE?

L'uomo nasce come essere sociale: fin dalla sua comparsa si è riunito in tribù e piccoli gruppi. 
Con lo sviluppo della coscienza, ha inizio un vero e proprio processo di individualizzazione che ha portato a valorizzare l'unicità individuale, ma allo stesso tempo ha favorito un processo separativo tale da indurre l'uomo a veder nell'altro un individuo "diverso" da sè.
Ora ci troviamo a vivere una situazione di grande instabilità a causa dell'estremizzazione di questa separazione. Guerre, odi razziali, religiosi e giudizio indiscriminato sembrano determinare il corso degli eventi. E cavarsela da soli diviene sempre più faticoso. A causa delle possibilità materiali sempre più ridotte a garantire un'esistenza dignitosa, la tendenza a unirsi in gruppi più o meno grandi sta prendendo nuovamente corpo, che si tratti di nuclei familiari allargati, cooperative, associazioni ...
Si sta manifestando anche un'esigenza di condivisione di intenti, sostenuta da una presa di coscienza più matura e evoluta. 
La crisi sta offrendo una meravigliosa opportunità, tesa a rimettere in discussione le credenze sostenute da un livello vibrazionale materiale, per aprire i portali ad una nuova consapevolezza e ad un livello vibrazionale più sottile che induca l'uomo a riconoscere attraverso la coscienza, non solo la propria individualità separativa, ma anche la propria essenza spirituale unificante, trasformando la diversità in unicità per la ricchezza dell'insieme.
Un processo di rinascita profondo che, come tutti i grandi cambiamenti di pensiero, stimola prospettive estreme per dar vita ad una scelta consapevole a disgregare i vecchi schemi mentali.
Ci vuole coraggio per rimettere tutto in discussione e cambiare prospettiva ed è necessaria grande energia per manifestare una scelta di vita al di là degli schemi.
Che questi giorni, così intensi a livello energetico, supportino il lavoro di chi è in cammino e illuminino lo sguardo di chi ancora non lo ha intrapreso.







sabato 4 aprile 2015

AUTOMATISMI

Quante volte, nella nostra quotidianità, attiviamo il pilota automatico?
I movimenti divengono meccanici e si rinuncia alla spontaneità 
che scaturisce dal contatto con il corpo.
Vivere di automatismi è scegliere l’abitudine degli schemi mentali che ci appartengono.
Si sale sul treno della vita per rimanere fermi in stazione.

Occorre svegliarsi per incominciare a viaggiare!