mercoledì 29 luglio 2015

ESSERE NUMERI

Osservando la realtà, mi è capitato spesso di notare quanto le persone si trasformino in semplici numeri: che sia in coda al banco del supermercato o in banca o per una visita medica, non ha grande importanza. Probabilmente questa soluzione si è rivelata necessaria per mantenere ordine e disciplina, sebbene a volte capiti comunque di vedere veri salti acrobatici tesi a recuperare qualche posizione nella lunga lista d'attesa.
Quello che mi ha indotto a riflettere profondamente è il fatto che questi numeri rimangano poi appiccicati addosso alla persona perdendo la loro funzione iniziale e guadagnandone una di tutt'altro tipo. 
Quando arriva il proprio turno, infatti, difficilmente viene riconosciuta l'umanità e l'unicità della persona: si viene trattati come un'incombenza numerica da svolgere nel minor tempo possibile.
Fa sempre piacere essere visti e ascoltati, ma probabilmente questa possibilità in un mondo in corsa frenetica viene vista come una perdita di tempo.
Se devo fare un semplice versamento può essere tollerato, ma se devo decidere un investimento che vincolerà la mia vita?
Se devo acquistare un etto di formaggio può essere tollerato, ma se quella fosse l'unica possibilità di scambiare due parole nel corso della giornata?
Se devo farmi prescrivere degli esami può essere tollerato, ma se da quella visita medica dipendesse una decisione importante?
Può essere tollerato, non significa, da parte mia, condividere un atteggiamento che non riconosce l'umanità della persona: è il nostro dono più prezioso e il non valorizzarlo è sempre una grave perdita, resa ancor più pesante nel secondo caso.
Pur con il grande amore che nutro per i numeri, essere numeri in carne ed ossa è una rinuncia forzata alla propria libertà di scelta.
Chi mi leggerà, rifletta su queste parole e comunque svolga la propria giornata cerchi di farlo aprendosi all'altro, alla sua umanità e alla sua unicità. Ne deriverà una grande ricchezza interiore. 
"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi". 
M. Proust







sabato 25 luglio 2015

LA RABBIA DEGLI ESTREMI

Se provate a stazionare in territorio neutro e a osservare ciò che vi circonda, la divisione che caratterizza la realtà emergerà in modo evidente. Buoni e cattivi, giusto e sbagliato, spirituale e materiale ... ad ogni cosa il suo opposto e miriadi di sostenitori a difendere il proprio "GIUDIZIO" con grande tenacia e rabbia. 
Abbiamo spaccato il mondo a metà, e poi ancora a metà, fino a ridurlo in mille pezzetti.
E non ci siamo resi conto che lo abbiamo fatto allo stesso tempo con noi stessi. 
E non stiamo per niente bene, considerando il malessere imperante, personale e collettivo.
Abbiamo sostenuto a spada tratta l'illusione del nostro ego, l'illusione di essere migliori, più santi, più sapienti, più furbi ... degli  altri.
E per sostenere questa illusione, ci siamo convinti di non avere responsabilità alcuna sulle nostre paure e debolezze, ma che l'altro fosse la causa scatenante di tutti i nostri disagi.
E per risolvere questa illusione abbiamo delegato all'altro il nostro potere personale e la responsabilità di salvarci.
E stiamo annegando nel mare in burrasca della nostra insicurezza, della nostra confusione e della nostra presunzione.

Il sole è caldo e dedico questa giornata a delle sane lezioni di galleggiamento individuale.

Che sia mare, lago, piscina o una semplice vasca da bagno non ha importanza: imparare a stare galla da soli è fondamentale. Se vi sentite collassare sul fondo come pietre, usate il salvagente interno e riempite i polmoni d'aria! Il respirare profondo è passato di moda? Recuperiamolo dai meandri della nostra memoria e facciamone buon uso. Poi iniziamo a muovere gambe e braccia per riesumarle dal loro torpore e assumiamoci nuovamente la responsabilità della nostra vita. E' doloroso? Lo sarà sicuramente all'inizio, non perchè stiamo affrontando questo processo, ma semplicemente perchè il dolore trattenuto al nostro interno si sta sciogliendo come neve al sole (è sempre stato presente, ma lo avevamo congelato in un freezer a tenuta stagna in cantina). E via con le difficoltà e la fatica del galleggiamento per comprendere che non siamo nè migliori, nè più santi, nè più sapienti, nè più furbi degli altri, ma semplicemente umani come tutti gli altri.

Che dire, buona nuotata amici!








venerdì 24 luglio 2015

INDIFFERENZA

A volte la quotidianità mi porta a riflettere profondamente sull'indifferenza che sembra caratterizzare moltissimi ambienti e numerose persone. Che sia per i ritmi frenetici che inevitabilmente hanno portato via con sè la passione lavorativa o per l'ingerenza di un sistema sempre più centrato su se stessi e sul profitto, non ha importanza. Ritengo l'indifferenza verso la persona una grande mancanza di rispetto.
Se sono stanco, non ho energie da sprecare e ho sufficienti preccupazioni mie per vedere gli altri: ma perchè mi riduco a essere un automa strisciante alla ricerca della salvezza?  Perchè non mi accorgo di far parte di un domino gigante dove le pedine si abbattono a vicenda senza remore? "Mors tua, vita mea" (la tua morte è la mia vita) sembra essere diventato il filo conduttore della sopravvivenza. Mi chiedo quale traguardo sia così determinante raggiungere da indurci a combattere a spada tratta tutto e tutti? Dove vogliamo arrivare?
Che sia giunto il momento di fermarsi? Di osservarsi?
Certo non è facile integrarsi in un sistema in tilt con presupposti di cambiamento, ma ci vogliamo almeno provare? Non siamo robot, ma ci comportiamo come tali. Focalizzati sul nostro compito da svolgere in fretta e possibilmente senza assumerci responsabilità. 
Spesso sento ripetere che abbiamo toccato il fondo: se tanto mi dà tanto, ci stiamo solo avvicinando al vortice che sta ingoiando la nostra umanità per renderci schiavi del nostro smisurato ego. 



giovedì 23 luglio 2015

ATTIMI DI GIOIA

Brevi istanti di silenzio,
di coccole, 
di leggera pienezza.
Attimi consapevoli. 
Un percorso giunge a compimento 
per preparare un nuovo inizio.
Il viaggio continua.
Alcune stazioni scalderanno il cuore,
altre lo annegheranno nel dolore.
Nulla dura per sempre
come la bellezza 
di alcuni intensi attimi di gioia.





mercoledì 22 luglio 2015

IL FIOR DI LOTO

Il fiore di loto nasce nel fango, 
ma quando fiorisce lo abbandona 
per donare la sua bellezza a chi sa apprezzarla.



martedì 21 luglio 2015

LA RICERCA DELLE CONFERME

Mi è capitato spesso di scegliere determinate esperienze per "dimostrarmi" qualcosa. Il più delle volte sono state vere e proprie catastrofi a cui sono sopravvissuta. Sapevo a priori che non mi ci dovevo buttare, ma erano come calamite a cui non riuscivo a resistere. 
Perchè? Forse semplicemente perchè era importante ci passassi attraverso per comprendere qualcosa in più di me. Non avevo abbastanza fiducia in me stessa e vivevo nell'illusione che il sottopormi a prove continue avrebbe incrementato il mio senso di sicurezza . In fondo, si trattava di semplice forza di volontà, di non mollare di fronte alle difficoltà, di tenere duro. E finivo per irrigidirmi talmente tanto da dover ammettere che ero allo stremo: a quel punto iniziavo a vedere la realtà per quello che era, al di là della mia sfida.  E iniziavo a vedere me stessa per quello che ero, al di là della mia ostinata forza di volontà. Inutile dire che ogni esperienza mi crebbe e mi maturò moltissimo, mettendo in luce debolezze e paure che imparai ad accettare. Finchè, un giorno, non sentii più la necessità di cercare conferme e iniziai  a osservare con maggiore distacco ciò che mi circondava e a fare scelte consapevoli. 
Imparai a non giudicare l'altro nè le situazioni, ma ad accettare il fatto che mi fa star bene il relazionarmi con persone che sono assonanti con la mia energia e fare scelte sulla base del mio sentire interiore. Accettare me stessa mi ha insegnato ad accettare l'altro e il fatto che ognuno di noi è unico e ha un proprio percorso strettamente individuale, che non sempre è in sintonia con il mio. A volte i percorsi sono così lontani, che un avvicinamento non farebbe che ostacolare la marcia di entrambi. C'è chi sceglie salite scoscese, chi la serpentina in falsa pendenza e chi preferisce scendere o fermarsi. La bellezza delle montagna è che offre infinite possibilità e ognuno di noi ha il suo modo di esplorarla, di viverla e di farne esperienza.




domenica 19 luglio 2015

LA TRASFORMAZIONE


Estratto da "La realtà dell'Essere. La quarta via di Gurdjieff" di Jeanne de Salzmann:

"Nella trasformazione il punto non è come raggiungere uno stato più aperto, ma come accettarlo. L'energia è qui. Il nostro ruolo non è di farla apparire in noi, di fare in modo che ci attraversi, ma di lasciare che ci attraversi. Se non mi sottometto a questa azione, il passaggio non avverrà.
Di fatto, più "ci provo", più la strada è bloccata , e nulla può passare attraverso. 
La forza attiva e quella passiva sono sempre presenti in noi. Quel che cerca di essere attivo (il pensiero, che vuole sempre qualcosa) ha bisogno di rimanere passivo.
Allora l'attenzione può essere attiva. "




giovedì 16 luglio 2015

NON AGIRE

Quante volte ci troviamo di fronte a situazioni che richiederebbero semplicemente la nostra presenza consapevole? 
E quante volte, inconsapevolmente, ci lasciamo trascinare dalle nostre debolezze e facciamo qualcosa, pur sapendo che il nostro agire non apporterà alcun beneficio agli altri e tanto meno a noi?

Eppure non agire sembra impossibile. 

L'immobilità della non azione è un turbine emotivo di dimensioni cosmiche, con la capacità di confonderci, travolgerci e lasciarci stesi al suolo.
Perdiamo distacco e oggettività e sforniamo  giustificazioni mentali a raffica per convincerci della  correttezza dell'intervento.
Ammettere di non essere in grado di sostenere il senso di colpa che il non fare ci rimanda o la sensazione di impotenza scatenata dagli eventi è estremamente faticoso. L'azione ci aiuta a non pensarci.
Ma dopo come ci sentiamo? Scornati e delusi. 
Abbiamo investito energie inutilmente, non siamo stati in grado di controllare un bel niente nè di mostrarci un valido supporto. 
L'indefesso tentativo della mente a creare una nuova giustificazione che attribuisca agli eventi la causa della catastrofe è l'ultimo baluardo prima della resa a se stessi.
E quando scombussolati, raccogliamo i cocci di un "lo sapevi già" interiore, troppo spesso ignorato, ci promettiamo di non ricascarci più. Fino alla prossima, dico io. ;-)



martedì 14 luglio 2015

GROVIGLI PSICHICI

Quando la mente ci spinge forsennatamente in direzioni diverse senza chiarezza d'intento è il momento di drizzare le antenne. Fuga in atto. 
Quando le dinamiche inconsce emergono a scombussolare il presente, la prima reazione è scappare lontano mille miglia dal problema (chissà che a debita distanza si dissolva). 
Il mondo dell'illusione impera e ci convince che "l'erba" del vicino nasconda proprietà miracolose e vanifichi all'istante le nostre tossine interiori facendocele dimenticare. Prende il via il periodo "attività sfrenata verso l'esterno": si esce di più, ci si butta in emozioni fugaci, si fanno le imprese memorabili che si ricorderanno vita natural durante con l'interrogativo "ma cosa mi è saltato in mente di fare?".
E normalmente si torna all'ovile della propria sofferenza più scornati e depressi di prima.
Quella zecca di problema succhiasangue non si scolla affatto e torna a essere compagno indefesso dei pensieri più cupi.
Che sia il momento di affrontarlo? Di comprendere come interviene ad avvelenarmi la vita? 
Spesso si ha paura a farlo. Si ha paura di ciò che fa male e irrazionalmente si pensa che avvicinandosi al disagio faccia ancora più male. Puntare i riflettori a illuminarlo ha al contrario risvolti sorprendenti e spesso liberatori. 
Coraggio, oggi va in scena "chi non muore si rivede", ma per segnare una nuova via, quella della libertà.


Foto di Flo Maderebner da Pexels

domenica 5 luglio 2015

ESSERCI

Ci sei per te stesso?
Una domanda scontata, ma quanto mai essenziale.
Sei talmente centrato all'esterno,
da essertene dimenticato?
In che modo ci sei per te stesso?
Sei capace di amarti?
Coccolarti?
Riconoscere le tue potenzialità?
Accettare le tue debolezze senza giudicarle o renderle dei limiti?
Quando ci sei per te stesso?
Sempre,
dovrebbe essere la risposta.



sabato 4 luglio 2015

NUDI

Di fronte alla vita.
Dinnanzi a se stessi.
Realizzare le proprie paure, debolezze ed emozioni represse,
 amarsi.
Realizzare la propria forza interiore ed il proprio coraggio,
 amarsi.
Realizzare la propria solitudine e la propria umanità
 scegliere un cammino
a tratti in salita 
a tratti in discesa
per tornare a casa
senza voltarsi indietro.



UOMINI E VIE

"Se l'uomo sbagliato si serve di mezzi giusti, allora il mezzo giusto agisce in modo sbagliato."

Jung cita questa frase di un antico adepto cinese nel libro da lui commentato e tradotto, insieme all'amico sinologo Richard Wilhem, "Il segreto del fiore d'oro."
Si tratta di poche parole molto semplici, ma estremamente significative. Spesso abbiamo una cieca fiducia nel "giusto" metodo e deleghiamo ad esso la soluzione dei nostri problemi. Raramente ci soffermiamo a riflettere che il metodo è solamente una via ed è il modo in cui ci apprestiamo a percorrerla che farà la differenza; dipende, quindi, da noi e dalla nostra natura la sua azione. 
Se il metodo rimane qualcosa di superficiale e privo di radici nella nostra interiorità, diverrà solamente un mezzo per autoingannarsi e fuggire da se stessi.
Attualmente nascono metodi e vie continuamente: con nomi differenti a identificare il business che racchiudono nel vendere illusioni. Esiste il metodo che ti apre i chakra, quello che te li allinea, quello che ti apre il terzo occhio, quello che ti rimuove i traumi, quello che ti permette di guarire gli altri (ma non si deve guarire se stessi, prima di ambire a tanto?), quello che ti fa rivivere le vite passate, quello che trasforma il tuo passato cancellandolo, quello che ti fa viaggiare in altre dimensioni ... insomma, ce ne sono per tutti i gusti.
E quante volte capita di sentire persone elencare la serie infinita di seminari a cui ha partecipato? Come se il collezionarli, aggiungendo una nuova medaglia al petto, facesse lievitare il cuore.

"Se l'uomo sbagliato si serve di mezzi giusti, allora il mezzo giusto agisce in modo sbagliato."







giovedì 2 luglio 2015

IL DOLCE FAR NIENTE

Sembra facile, ma un dolce far niente consapevole non è scontato. 
Un dolce far niente spegnendo la mente, sì. Mi distraggo, non ci penso e le ore passano. 
Se, al contrario, resto centrato, anche i minuti di dolce far niente sembrano isolette accerchiate da pensieri squaliformi. La mente non molla la presa facilmente e avvelena il riposo.
Si instaura una vera e propria battaglia a chi la dura la vince. Cuore vs ego.
L'essere gioisce della calma dell'ascolto, mentre la mente sbraita furiosa lo sciame delle occasioni perdute.
I muscoli si tendono e il respiro li rilascia, fin quando sfiniti ci alziamo e riprendiamo la corsa.
Verso dove poi ... 
Solare giornata ricca di coccole di dolce far niente ;-)



mercoledì 1 luglio 2015

GRAZIE LUNA...

Ci sono viaggi, che pur non contemplando alcuno spostamento, sono ricchi, coinvolgenti, faticosi, avventurosi e variegati.
Sono i viaggi nella nostra luna interiore. 
Sono i viaggi che sanno trasformarti. 
Puoi scegliere di visitare solo un piccolo quarto, una metà o la totalità della tua luna, ma certamente al ritorno non sarai più lo stesso. A volte ti potrà sembrare di aver addirittura perso la rotta, confuso e perso nel tuo buio interiore. E il dolore sembrerà non aver fine. A quel punto non demordere: la svolta è vicina, la terra gira, e presto la luminosità del tuo spicchio di luna tornerà a risplendere, cambiando i contorni al vissuto e portando chiarezza. E la comprensione porterà altra luce e ti indurrà ad abbandonare i cumuli di zavorre che con il loro peso la oscuravano. Ti sembrerà di aver rinunciato a qualcosa, ma la luna ti mostrerà quanto in realtà tu abbia solo guadagnato un nuovo posto al sole. Il cammino della notte oscurata è un passaggio obbligato: uno stop per osservarsi ed osservare. Un sospiro alla luna per ritrovarsi.
Grazie luna ... questa notte hai brillato più che mai ad accompagnare il mio rientro.