venerdì 15 gennaio 2016

LA RABBIA ... NEMICA AMICA

Difficile e faticoso relazionarsi con la rabbia di altri, ma ancor di più con la propria.
Siamo abituati a vedere nella rabbia il suo lato distruttivo e questo rende la gestione della stessa una patata bollente. Il luogo comune che esplodendo la rabbia la si elimini è un altro mito da sfatare. Come quello che il convincersi di non provare rabbia, la faccia scomparire.
Spesso creiamo mille e uno espedienti per non dover affrontare ciò che ci fa paura o ci pone di fronte alla nostra incapacità a risolverlo.
La rabbia è un'emozione duale e come tale può essere trasformata nel suo lato illuminato. Immaginiamola come un fuoco: se da un lato può incenerire tutto, dall'altro è una potente energia pronta all'uso.
Non si può pensare di combattere, dominare, soffocare la rabbia perchè questi atteggiamenti non fanno che renderci suoi schiavi. Nel momento in cui perdiamo oggettività e, invece di provare rabbia, ci identifichiamo con la rabbia, prendiamo parte al suo gioco incendiario.
Non identificarsi con la propria rabbia (se reagiamo o soffriamo di fronte alla rabbia altrui, deteniamo al nostro interno della rabbia irrisolta e l'altro non fa che specchiarne la presenza) è il primo passo verso la trasformazione. 
Essendo un'emozione di natura mentale, la rabbia attizza la nostra soggettività rendendoci centro indiscusso - e fuori controllo - di pensieri e azioni. Non a caso il detto popolare "Non ci vedo più dalla rabbia!" a sottintendere il fatto che essa ci rende ciechi di fronte al mondo che ci circonda.
Per riacquistare la vista è importante togliere corrente alla mente attraverso una respirazione consapevole: focalizzando l'attenzione su inspirazione ed espirazione profonde attivo nel corpo un comportamento di apertura che trasforma l'atteggiamento di chiusura della rabbia (spalle contratte, rigidità muscolare, tensione...), riportando gradualmente il fuoco che ci brucia dentro ad un calore sopportabile. Con questo passaggio si acquisisce distacco e lucidità, importantissimi per cambiare prospettiva d'osservazione al vissuto e rendere la visione più oggettiva. 
Nel libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" (Edizioni Mediterranee) tratto questo tema in modo più approfondito.



2 commenti:

  1. La rabbia E' segno di reazione....Se ancora siamo alimentati dalla rabbia verso il comportamento di qualcuno...significa che ancora reagiamo..e che vogliamo in qualche modo lottare.. Non abbiamo perso la speranza!! Direi RABBIA come sintomo..che non deve andare oltre certi limiti e non essere protratto troppo a lungo.. !! Direi che ci rende vivi..e reattivi!!!

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    1. Condivido la tua riflessione Maria Angela. La rabbia nasce naturalmente come forza reattiva a una situazione di pericolo e, quindi, è estremamente funzionale. Purtroppo, spesso si rimane incagliati in quell'energia e ci si identifica con essa in quanto i nostri bisogni fisiologici (legati alla sopravvivenza) si sono ampliati fino a inglobare i bisogni fittizi dettati dall'ego (immagine, potere, aspettative, desideri ...) ragion per cui la sua funzione è stata alterata da un utilizzo inconsapevole. Grazie e buona giornata!

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