giovedì 25 agosto 2016

LA RABBIA CHE EMERGE DAL DOLORE

Il silenzio che dovrebbe emergere di fronte ad eventi come il terremoto, carichi di dolore e sofferenza, è stato spesso interrotto da parole di rabbia. Molte persone non hanno saputo gestire, nella loro inconsapevolezza, il carico delle immagini e delle notizie che si susseguivano e hanno sfogato il loro disagio esplodendo il senso di frustrazione derivato dall'incapacità ad accogliere un'ulteriore fonte di instabilità.

L'impossibilità a mantenere il controllo genera una percezione di grande disarmonia in coloro che hanno fissato i loro punti di riferimento all'esterno (casa, famiglia, lavoro, denaro...) e vivono come fortemente destabilizzante ogni cambiamento. La ricerca di capri espiatori esterni a cui addebitare il proprio disagio va al di là del comune buon senso, come se l'attribuzione della responsabilità dell'accaduto a qualcosa o qualcuno potesse renderne meno gravoso l'impatto.

Fare i conti con se stessi e con le proprie responsabilità è faticoso e così si preferisce disperdere le proprie energie ad incendiare le menti e attizzare il fuoco latente della rabbia presente in chi vive lo stesso disagio, per sentirsi meno soli.

UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO ...



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