domenica 28 gennaio 2018

ESSERE A"SOCIAL" SI PUO'

Sono alcuni giorni che non scrivo sul blog, non dedico tempo ai social e non ne sento la mancanza. Sto diventando a"social"? No, sto semplicemente realizzando che non ne sono intossicata: ne posso fare a meno. Sono libera. 
Ho voglia di scrivere? Scrivo. Non ho niente da dire? Silenzio.
E' una bella sensazione, quella della libertà, dell'assenza di bisogni.     
Capita di restare inchiodati al pc, al tablet o al telefono per ore senza rendersene conto: il tempo scorre in un virtuale al di là della quotidianità, rendendolo reale. Amici che non si conoscono si trasformano in una piacevole abitudine facilmente accessibile: nella quantità, qualcuno online lo si trova sempre. La gratificazione generata da commenti  positivi ai propri pensieri diviene, giorno dopo giorno, una consuetudine che infiamma il piacere di essere visti ed apprezzati. La curiosità del gossip fa il resto insieme alla possibilità di essere l'immagine ideale di se stessi.
La scelta di essere "social" perde di consapevolezza  e poco per volta diviene assuefazione, bisogno.
E il bisogno, si sa, genera altri bisogni: la ricerca della gratificazione dilaga con post farlocchi ad attirare attenzione e i toni dei commenti si fanno veementi come se ci si trovasse in tribunale e non in una  piazza del mercato. Le notizie si ingigantiscono, si alterano e dilagano come un'onda anomala a travolgere intelletti addormentati. 
Essere "social" si trasforma in una schiavitù scelta per inconsapevolezza e dalla quale è faticoso liberarsi.
Essere a"social" si può. Provaci.






lunedì 22 gennaio 2018

SCEGLIERE CHE STRESS!

Ecco ci siamo.
Sono di fronte ad una scelta importante.
Respiro,
ma la mente mi affoga nel dubbio,
acuendo la mia insicurezza.
Pro e contro si intercalano nei pensieri
spostando l'ago della bilancia 
prima a destra e poi a sinistra:
volgo lo sguardo da una parte all'altra 
e  mi sento smarrito.
Respiro,
cosa voglio?
Non lo so,
non ho le idee chiare
e vago tra le aspettative
a vagliarne il peso.
Respiro,
mi lascio andare
sorrido.
La scelta è solo la punta del mio iceberg.
Realizzo la mia rigidità,
la mia abitudine a tacitare il sentire,
 a nasconderlo.
Ho perso il filo invisibile della mia essenza.
Respiro,
chi sono io?
Ecco ci siamo.
Sono di fronte ad una domanda importante.








mercoledì 17 gennaio 2018

CRESCERE CHE FATICA!

La crescita è una scelta. 
Posso scegliere di diventare adulto o di rimanere per sempre un bambino.
Posso scegliere di assumermi le mie responsabilità o di continuare a delegarle ad altri.
Posso scegliere la libertà o la dipendenza.
La libertà è un percorso in salita,
la dipendenza è una via in discesa:
apparentemente l'una ha un prezzo molto alto,
mentre l'altra sembra facile e gratuita:
fino alla fine,
quando la prospettiva cambia.





martedì 16 gennaio 2018

ESSERE UNICI

Osservo qualcuno e ne ammiro le capacità. 
Può capitare, a quel punto, di osservarsi e notare in se stessi l'assenza delle stesse capacità. 
Può capitare di provare gratitudine per aver conosciuto quella persona
e aver avuto la possibilità di apprezzarla.
Sto bene con me stesso e mi sento arricchito dall'esperienza.
Può capitare di provare risentimento per quella persona
perchè ha qualcosa che a me manca.
Sto male con me stesso e il confronto acuisce il malessere.
Può capitare che il disagio illumini la mia non accettazione 
e, poco per volta, ne dissolva le ombre
rendendomi libero di essere me stesso senza giudizio.
Può capitare che il disagio potenzi la mia non accettazione
e, poco per volta, mi induca a creare un'immagine di quello che vorrei essere
rendendomi schiavo di quella illusione
e allontanandomi sempre più dalla mia essenza.
Tutto può capitare.
Dipende da noi
la scelta di vivere la nostra unicità
o di rifiutarla.











lunedì 15 gennaio 2018

IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI AL FESTIVAL DELL'ORIENTE DI MILANO

VENERDI' 2 FEBBRAIO 2017

sarò a Milano 

al FESTIVAL DELL'ORIENTE

Alle ore 15,00 - SALA 1 - ho il piacere di presentare una cara amica scrittrice,
che parlerà della sua esperienza con BABA BEDI
con particolare attenzione all'espressione di sè
attraverso la scrittura e l'immaginazione.

Alle ore 16,00 - SALA 1 - sarà Paola ad introdurmi.
Ho scelto di parlare della mia esperienza
in movimento dal "CORAGGIO DI ASCOLTARSI" al "RITMO DEL CORPO"
come via verso la consapevolezza
grazie all'ascolto, all'osservazione e all'apertura di cuore nel vivere la quotidianità.

Per il programma completo delle conferenze



mercoledì 10 gennaio 2018

IL GIOCATORE DI CARTE

Nel maggio del 2016 sono stata ad Aosta a presentare il mio libro "IL CORAGGIO DI ASCOLTARSI" nell'Associazione L'Agrou
Come sempre accade quando i percorsi di Luce si incontrano, quella presentazione si è trasformata  in un'occasione speciale e mi ha permesso di conoscere Paola Neyroz, Nadia Savoini e il loro libro: IL GIOCATORE DI CARTE .
A seguire è nata la preziosa amicizia con Paola e, grazie a lei,  quella con il meraviglioso mondo delle storie e dell'immaginale.
IL GIOCATORE DI CARTE è stato un portale importantissimo nella mia vita: mi ha insegnato a seguire le immagini lasciandomi andare. 
All'inizio non è stato un percorso facile perchè unitamente alla semplicità con cui i personaggi prendevano vita si collegava inevitabilmente il tentativo di analizzarli per dar forma conosciuta all'invisibile che si svelava. Così, spesso accadeva, che le mie storie iniziassero con fluidità e colore per poi spegnersi nel grigio paesaggio dell'analisi psicologica, arroccandosi su schemi di pensiero conosciuti a bloccare l'immaginazione. A quel punto, la pazienza e l'esperienza di Paola mi prendevano per mano e mi tiravano fuori dal buco in cui ero irrimediabilmente caduta portando l'attenzione su un particolare che avevo trascurato.
Sono quasi due anni che scrivo storie e le scambio con Paola, camminando insieme a lei nello stupefacente universo dei nostri mondi interiori talvolta così lontani, ma proprio per questo fonte inestimabile di ricchezza reciproca.
Le storie hanno il dono di aprire nuovi orizzonti e di svelare nuove visioni di noi stessi: lo fanno con naturalezza attraverso simboli e personaggi, trascendendo la mente ed i suoi filtri. Quando ci vediamo protagonisti delle storie difficilmente riusciamo ad essere oggettivi, ma quando ne diveniamo i registi o ancor meglio gli autori, i confini si amplificano mostrando sfumature, colori e intuizioni che vanno al di là degli angusti limiti della realtà duale, in cui tutto assume inevitabilmente tonalità bianche, nere o al più le sfumature che da questi due colori poco si discostano.
Considerando l'impatto così grande della mente nelle nostre vite, le storie rappresentano un percorso consapevole alla portata di tutti e allo stesso tempo strettamente individuale.
Le storie ci insegnano ad uscire dagli schemi, ad ampliare la percezione, a realizzare paure e fragilità, ad accoglierle e a lasciarci andare svelando nuove possibilità.
Per tutti questi motivi oggi ho scelto di parlarvi de  "IL GIOCATORE DI CARTE": ne riporto parte dell'introduzione, scritta dal Dott. Giuseppe Vercelli (psicologo e psicoterapeuta, docente di Psicologia Sociale presso l'Università degli Studi di Torino), in quanto non saprei descrivere meglio questo volume:

"Ogni storia inizia con un pensiero e ogni pensiero inizia con un'immagine, di solito quella che rappresenta meglio quel momento particolare della vita dell'autore. IL GIOCATORE DI CARTE è molto più di un libro di racconti e immagini piacevoli, è un dialogo diretto con il nostro inconscio, quella parte di noi che conosce le soluzioni prima ancora che i problemi si presentino al cospetto della nostra mente razionale. Il libro è saggiamente rivolto a tutti coloro che sanno approcciarsi alla realtà con l'intento di osservarla al di là dell'apparenza e, di fatto, questa opera permette una presa di coscienza molto efficace della nostra posizione nel mondo, nel tempo presente. Le varie Carte attirano il lettore a sè, seducendolo con il tipo di gioco proposto e suscitando sempre potenti emozioni, che scaturiscono dai meccanismi di proiezione e di identificazione consueti a ogni storia che sappia toccare le corde della personale introspezione. Gioia, sorpresa, rabbia, irritazione, tristezza, desiderio di trasformazione, non importa con quale stato d'animo si emerga dall'incontro con le varie carte: ciò che colpisce è che quel sentimento riguarda potentemente se stessi nel tempo presente e quando questa consapevolezza si concretizza, il lettore è pronto a lasciarsi condurre verso la prossima carta, il futuro che deve ancora avvenire, lo stato desiderato che magicamente prende forma e colore nella mente di chi si lascia condurre nel gioco del GIOCATORE DI CARTE."


Si può acquistare il libro su Amazon (IL GIOCATORE DI CARTE) o direttamente dall'autrice Paola Neyroz.





martedì 9 gennaio 2018

IL PROBLEMA CHE SI MANGIA IO

Ciak si gira: scena 4 (a seguire post IL PROBLEMA ED IO ).

Il Problema aveva gradatamente preso possesso della stanza ed IO lo osservava ipnotizzato.
IO aveva cercato fin da subito di ignorare Problema senza grandi risultati per poi finire a controllare e comprimere le emozioni che Problema scatenava in lui. 
Quando Problema si piazzò di fronte a IO, si rese conto che IO si era trasformato in una statua di gesso, solida e friabile allo stesso tempo. 
Problema toccò la statua perplesso ed il gesso si colorò per osmosi della  sfumatura grigio fumo di Problema. 
IO, immobile e senza forze, sentì esplodere al suo interno una nuvola di pensieri e preoccupazioni: come poteva  Problema aver superato le sue difese? 
IO si rese conto che Problema era dentro di lui e anche fuori e tutto intorno a sè. 
Non esisteva altro che il Problema nella stanza silenziosa.
Un fumo denso aveva avvolto anche il computer: il suo schermo grigio rimandava sempre la stessa parola, mentre il sistema in loop era insensibile ad ogni comando.

Il regista si accende una sigaretta.

L'autore, dietro le quinte, si fa un pisolo.




lunedì 8 gennaio 2018

IO CHE RISOLVE IL PROBLEMA

Ciak si gira: scena 3 (a seguire post IL PROBLEMA ED IO ).

IO sospirò profondamente e si rese conto di non poter più ignorare il Problema: lo guardò muoversi per la stanza e ne osservò accuratamente i movimenti. L'immagine di Problema si fece sempre più chiara con il suo avvicinamento. IO non sopportava quel Problema ed iniziò a chiedersi le ragioni profonde della sua insofferenza. Sicuramente Problema gli levava spazio e lo obbligava ad occuparsi di lui, ma ciò che innervosiva terribilmente IO era il non riuscire a controllare Problema. 
Problema si muoveva, agiva e si relazionava con lui in modo indipendente ed imprevedibile. Fu a quel punto che Problema si parò davanti ad IO e si esibì in una serie di smorfie e boccacce provocatorie come a dar forma ai pensieri di IO. 
IO rimase impietrito a fissarlo e di colpo, realizzando la sua stessa espressione di fronte a Problema, esplose in una risata inarrestabile. IO si rese conto di quanto il suo desiderio di controllo fosse ridicolo e lo rendesse un burattino rigido e arrabbiato nelle mani di Problema.
Tutta la situazione apparve ad IO così buffa che iniziò a muoversi specchiando smorfie e boccacce a sua volta. 
Problema era basito di fronte alla reazione di IO: dove era finito tutto il suo potere???
Problema era abituato alla serietà di IO, alla sua rigidità, al suo autocontrollo e per questo si divertiva così tanto a stuzzicarlo.
Problema, inespressivo, fissava IO saltellare e piroettare per la stanza ridendo a crepapelle e fu completamente destabilizzato quando IO lo abbracciò e lo invitò a fare lo stesso.
Problema accettò con sollievo la variazione sul tema: finalmente IO l'aveva visto e aveva trovato il modo di relazionarsi con lui. 

Il regista ride. "Bravi, Bravi!" dice agli attori applaudendo.

L'autore, da dietro le quinte, non può fare a meno di sorridere, con leggerezza.





domenica 7 gennaio 2018

LO SCONTRO TRA IO E IL PROBLEMA

Ciak si gira: scena 2 (a seguire post IL PROBLEMA ED IO ).

Il Problema si avvicinò ad IO e lo guardò fisso negli occhi con aria di sfida. 
"Riesci ancora a non vedermi? Ad ignorarmi?" urlò Problema.
IO entrò in apnea mentre le sue mani prudevano come non mai: il volto si fece rosso fuoco e in un impeto di rabbia sbottò: "Cosa vuoi da me? Cosa vuoi dalla mia vita?".
Problema si fece una fragorosa risata e poi con semplicità rispose: "Cosa voglio da te? Stai scherzando? Hai fatto in modo che entrassi nella tua vita ed ora chiedi a me spiegazioni sulla tua scelta? Illuso egocentrato narcisista."
IO andò letteralmente fuori di testa e perse il controllo: impugnò il computer e con tutta la sua forza lo scagliò su Problema, una volta, due volte, tre volte e ancora, finchè Problema fu eliminato.
Dal cadavere di Problema uscì un fumo grigio asfissiante che riempì la stanza. 
Quando IO riemerse dall'apnea della follia, si rese conto che gli mancava l'aria.

Il regista osserva soddisfatto l'effetto scenico finale e si complimenta con gli attori per l'intensità della scena: la rabbia sembrava reale.

L'autore, da dietro le quinte, osserva la scena dal titolo: L'inconsapevolezza.






venerdì 5 gennaio 2018

IL PROBLEMA ED IO

IO era comodamente seduto davanti al pc quando il Problema entrò nella stanza. IO fece finta di non  vederlo, ma il Problema iniziò ad espandersi rendendo lo spazio di IO sempre più ristretto. IO iniziò ad innervosirsi e sentì salire la rabbia per l'invadenza di quel Problema. Di primo acchito IO avrebbe voluto urlargli di andarsene, ma controllò l'emozione e cercò di ignorare Problema, respirando profondamente. Problema divenne sempre più ingombrante per attirare l'attenzione di IO e la tensione nella stanza si fece tangibile.
Ciak. Scena 1.

Il regista applaude gli attori e rimane pensieroso ad osservare la scena e a vagliare le possibilità di sviluppo:

1) Lo scontro tra IO e il Problema
2) IO che risolve il Problema
3) il Problema che si mangia IO

L'autore da dietro le quinte sorride e, in silenzio, decide di accomodarsi.

www.ildiamantearcobaleno.com

Vignetta di Massimo Cavezzali


martedì 2 gennaio 2018

NON HO VOGLIA DI FARE NIENTE

Non ho voglia di fare niente.
Scelgo di stare.
Non mi sento in colpa, non nutro aspettative, non penso.
Il corpo si rilassa
cullato dal respiro:
nessun luogo dove andare.
La salivazione aumenta 
e mi trasforma 
allagando il sentire.
Mi espando:
 il silenzio mi accoglie.
Un silenzio pieno di sfumature
e di libertà.



Makunudu Island